Con la nuova missione Themis dell’Agenzia Frontex scatta l’obbligo per lo Stato più vicino di accogliere i naufraghi nei suoi porti. Quindi ora gli immigrati clandestini si chiameranno naufraghi? E’ la prima domanda che corre sul web e che preoccupa gli italiani. Qualcosa non torna.
La missione Themis sostituisce da oggi Triton e già iniziano i primi interrogativi sul nodo del porto più vicino di soccorso: non toccherà più solo all’Italia farsi carico dell’accoglienza o toccherà ancora di più all’Italia considerato che gli sbarchi avvengono per la maggior parte dalla sponda libica? Si potrebbe destabilizzare uno Stato così, fosse anche un altro rispetto al nostro qualora qualcuno decidesse di usare un unico canale di traversata.
Perchè anche se è vero che saranno due le nuove aree di pattugliamento nel Mediterraneo, una ad est per i flussi migratori da Turchia e Albania e una ad ovest per quelli che partono da Libia, Tunisia e Algeria, le mafie sono brave una volta fatta la legge a scoprire l’inganno.
E infatti lo spiega bene Avvenire. “Il nostro Paese non sarà più dunque il primo a farsi carico di migliaia di migranti? E’ un punto ancora da chiarire”. I centri di coordinamento di altri Paesi Ue sono tutti lontani, a partire da Francia e Spagna, meno Malta. C’è chi occuperà del dramma, e chi starà guardare.
I confini dell’Italia dunque tornano confini dell’Italia, altro che coincidere con i confini dell’Europa. Il nostro ruolo fondamentale nella protezione dei confini e il peso di questo compito che dovevano essere riconosciuti e condivisi dall’Ue, ricade solo su noi, ci saranno Paesi liberi dal peso e Paesi gravati totalmente secondo le prime accuse.
Si dice che comunque non saranno possibili sbarchi in Paesi terzi, come Tunisia, Marocco, tanto meno la Libia. Per questo il Viminale ieri ha sottolineato come la nuova missione possa “in maniera concreta” fronteggiare i flussi di irregolari in arrivo verso il Vecchio continente, ma restano i nodi di cui sopra.