Parla Giulio Tarro: “Non credo a seconda ondata. Vaccino antinfluenzale? Sarà controproducente”

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Secondo Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, una seconda ondata di coronavirus in autunno non è scontata ma possibile. Comunque non avrà lo stesso impatto violento e dirompente della prima. A detta dell’esperto sarebbe comunque necessario avviare una campagna di vaccinazione molto efficace contro influenza e altre patologie respiratorie per evitare che il virus possa confondersi con queste. Secondo Brusaferro infatti il pericolo maggiore è che il coronavirus possa essere scambiato per un’influenza o una polmonite e quindi diffondersi maggiormente, non venendo trattato con le dovute cure. Una tesi questa che non convince del tutto il virologo Giulio Tarro, allievo di Albert Sabin e miglior virologo dell’anno 2018 intervistato da Lo Speciale.

Brusaferro sostiene che una seconda ondata di coronavirus in autunno è possibile anche se con un impatto minore. Quanto è effettivamente elevato il rischio di nuovi focolai?

“A rigor di logica non vedo sinceramente questo rischio, perché come abbiamo visto il coronavirus si comporta esattamente come un virus influenzale, anche se in forma più violenta. Avendo avuto in questi mesi in Italia un numero molto alto di contagiati, abbiamo maturato fra la popolazione molti anticorpi che renderanno più difficile la sua diffusione. Più anticorpi ci sono in circolazione e meno probabile diventa la capacità di espansione del virus. Quindi escluderei un ritorno dell’epidemia”.

Anche lei teme che il coronavirus in autunno possa confondersi con altre malattie tipo influenza e polmoniti vari e che sarebbe giusto avviare una campagna di vaccinazione contro queste patologie?

“Sono assolutamente contrario ad un’ipotesi del genere. Esiste uno studio del Pentagono, ossia dell’esercito americano, che ha dimostrato come le vaccinazioni antinfluenzali possano costituire addirittura un attivatore per il coronavirus nel 36% dei casi. Nel momento in cui si afferma che il Covid potrebbe tornare a circolare, chiedere alla gente di vaccinarsi contro l’influenza ritengo sia un controsenso. A questo punto allora sarebbe preferibile favorire l’immunità di gregge, isolando gli anziani che sono i soggetti più a rischio e lasciando che il virus circoli fra la popolazione in modo che tutti possano maturare gli anticorpi ed essere immunizzati”.

Sta dicendo che fare il vaccino antinfluenzale con il Covid in circolazione potrebbe essere addirittura controproducente?

“Esattamente. Ci sono degli studi specifici, oltre a quello del Pentagono ce ne è un altro realizzato in Olanda, che dimostrano come sia il virus influenzale che quello respiratorio sincinziale hanno effetti associativi con le infezioni sia di pneumococco che di meningococco. Quindi si rischia un’interferenza virale per associazione. Questo significa che ci sono delle associazioni da studiare, indipendentemente dal rapporto cause ed effetto. Quindi eviterei affermazioni pericolose come quella di consigliare vaccinazioni di massa in vista del prossimo autunno. Se non è possibile stabilire che il vaccino antinfluenzale può favorire il coronavirus, è quantomeno imprudente escluderlo senza alcun approfondimento scientifico “.

E’ giusto secondo lei riaprire le frontiere regionali o sarebbe stato preferibile attendere ancora?

“Dobbiamo riaprire il Paese e smetterla di terrorizzare la popolazione. Ripeto, la cosa migliore da fare a questo punto, grazie soprattutto alla diffusione degli anticorpi è quella di far circolare liberamente il virus, isolando ovviamente le categorie più a rischio, in questo caso gli anziani. Per il resto, anche grazie alle temperature estive, il virus avrebbe poche possibilità di sopravvivere fra i giovani”.

Lei nei giorni scorsi ha affermato che non è vero che gli asintomatici trasmettono il coronavirus. Le sue dichiarazioni hanno scatenato un vespaio di polemiche e molti l’hanno accusata di essere un irresponsabile. Come risponde?

“Rispondo che chi mi accusa è un ignorante che non sa di cosa parla. È uscito di recente uno studio effettuato in Cina e pubblicato su PubMed, che riporta un esperimento su un asintomatico: un soggetto, positivo al Sars CoV2 ma asintomatico, è entrato in contatto con 455 persone sane. Ebbene, nessuna di queste ha contratto il virus. Quindi l’asintomatico non è infettivo per gli altri. Chi mi accusa dovrebbe dimostrare con prove scientifiche inoppugnabili che quello studio è falso e che le conclusioni sono errate. Ma non mi sembra che esistano studi che ad oggi dimostrino il contrario”.

Open, il sito di informazione diretto da Enrico Mentana, sostiene però che le conclusioni dello studio da lei citato sarebbero in realtà diverse. Non affermerebbero che l’asintomatico non è contagioso ma che il contagio è evitabile se si fa un’adeguata opera di prevenzione alla quale i 455 soggetti si sarebbero sottoposti. Una bella differenza, non crede?

“Possiamo girarla come vogliamo, ma la conclusione è quella. E’ chiaro che lo studio non esclude completamente il pericolo che l’asintomatico possa essere infettivo e invita ad usare comunque le dovute precauzioni, ma resta il fatto che di tutti i soggetti venuti a contatto con questa persona nessuno si è infettato. E non venite a dirmi che non si sono infettati perché indossavano tutti guanti e mascherine e si lavavano le mani. Dire ‘non c’è nessun rischio’ o ‘c’è un rischio debolissimo’ è un gioco di parole che cambia la forma ma non la sostanza. La verità è che l’informazione ha giocato un ruolo negativo in tutta questa vicenda, aumentando lo stato d’ansia, di stress e di terrore nella popolazione, con tutte le patologie nervose e depressive che ne sono derivate e di cui nessuno parla”.

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