“Sbattezzo da record dopo il pressing del Vaticano sul Parlamento contro il ddl Zan. Dodicimila visite nelle ultime 48 ore a fronte di una media di circa 120 visite al giorno: è boom della pagina dedicata allo sbattezzo sul sito dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar)”.
Lo annuncia il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene che dichiara: “Il 22 giugno la pagina ha ricevuto 6.534 visite uniche, il 23 giugno 5.843. Si tratta di un aumento del 5000% rispetto agli standard. E non solo: fioccano le richieste di informazioni via email e telefoniche. Ovviamente, come ripetiamo sempre per amore di precisione, non è detto che a tutte quelle visite e dimostrazioni di interesse corrisponda poi effettivamente una richiesta di sbattezzo: si tratta però di dati che fanno riflettere e che, considerate le tempistiche, indicano una reazione nell’opinione pubblica a quanto avvenuto in questi giorni. Evidentemente il pressing vaticano sul governo non è andato giù a molti. Ce lo aspettavamo e i dati che abbiamo ricavato dal sito ce lo confermano. Come abbiamo già avuto modo di dire, quello del Vaticano è un atto gravissimo che ci convince ancora di più della necessità di approvare la legge Zan e di denunciare unilateralmente il Concordato”.
Avete capito bene: è bastato che il Vaticano scendesse in campo sollevando obiezioni su alcuni punti molto ambigui del Ddl Zan contro l’omofobia che violerebbero il Concordato, per scatenare una reazione di aperto odio nei confronti della Chiesa. Non ci si è limitati in sostanza a criticare l’intervento della Santa Sede o a chiedere di risolvere il Concordato (battaglia che da sempre accomuna buona parte del Movimento 5Stelle laicista alla Fico-Maiorino, con la sinistra più estrema) ma addirittura si vorrebbe rispondere con un chiaro atto di odio alla fede.
Che c’entra l’essere battezzati con la critica ad una posizione del Vaticano che si considera sbagliata? Il battesimo è un sacramento, e oltre a confermare l’adesione alla Chiesa cattolica, rappresenta soprattutto la piena comunione con Cristo, nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. In poche parole, conferma l’adesione a figli di Dio prima ancora che della Chiesa.
Chiedere lo sbattezzo è quindi un atto di odio alla fede nel momento stesso in cui si decide di rompere il rapporto filiale con Dio e di fatto si rinnega il Padre prima che la Chiesa. Ma questi sono aspetti prettamente religiosi.
Per quanto riguarda l’aspetto politico, stupisce vedere tanto accanimento nei confronti del Vaticano per una presa di posizione chiaramente controcorrente (e meno male che anche ieri il segretario di Stato Pietro Parolin ha specificato che non si chiede di ritirare il Ddl ma di correggere i nodi controversi) e che in pratica conferma come la legge così approvata potrebbe limitare le libertà dei cattolici sotto vari aspetti. Niente male per chi sostiene l’esigenza di approvare il Ddl per combattere le discriminazioni. E non è forse una forma di discriminazione “minacciare” la Chiesa con l’uscita unilaterale dello Stato italiano dal Concordato o addirittura annunciando ipotetici sbattezzi di massa?
Ma poi non è che la Chiesa può essere accettata soltanto a seconda di come parla e si esprime nei confronti del mondo Lgbt. Ricordate quando Papa Francesco in un’intervista dichiarò che era giusto che gli Stati riconoscessero diritti alle coppie civili pur ribadendo che il matrimonio restava cosa diversa? Per giorni gli esponenti delle comunità arcobaleno e gli stessi fautori del Ddl Zan hanno occupato le trasmissioni televisive al grido di “Anche Papa Francesco sta con noi, vuole che la legge sia approvata” trasformando il pontefice nel principale testimionial della battaglia pro nozze gay. E i cattolici che osavano dissentire venivano zittiti al grido di: “Anche il papa dioce che sbagliate”
E’ bastato adesso che il Vaticano denunciasse il rischio di violazioni alle regole del Concordato (e non sollevando questioni di ordine etico e morale legate alla difesa della famiglia naturale) per risvegliare il più bieco anti clericalismo, con toni che non si sentivano più dai tempi del referendum sul divorzio, dai tempi del tanto contestato “Paolo mesto”.
La verità è che si vorrebbe una Chiesa piegata alle logiche del politically correct, che riconosca ogni diritto individuale come legittimo e lecito, ad iniziare dai rapporti omosessuali. Una Chiesa insomma “germanizzata” con preti e vescovi pronti a benedire le unioni gay e a cambiare la dottrina secondo i dettami dell’ideologismo Lgbt.
Meditate cattolici che sedete in Parlamento, meditate, e soprattutto aprite gli occhi su discriminati e discriminatori. Prima che con l’approvazione del Ddl sia troppo tardi per farlo.