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Covid, parla Tarro: “Cosa sta succedendo con le nuove varianti”

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Sono 11.606 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Italia dal 17 al 23 agosto, quasi il doppio rispetto alla settimana precedente (+96,1%). Se si guarda infatti al tasso di positività medio dei test è salito al 9%. Crescono anche i ricoveri. Siamo comunque su numeri molto bassi: in tutta Italia i ricoverati covid in terapia intensiva sono 44. Tuttavia c’è apprensione in vista dell’autunno e preoccupa soprattutto il possibile arrivo della variante Pirola che secondo alcuni studi conterrebbe diverse mutazioni e potrebbe superare le difese immunitarie rivelandosi alla fine più contagiosa di Omicron. Abbiamo chiesto un commento al medico e virologo Giulio Tarro primario emerito dell’Ospedale Cotugno di Napoli, già allievo e collaboratore di Albert Sabin e premiato in America come miglior virologo dell’anno nel 2018.

Professore, che sta succedendo? Il Covid sta rialzando la testa?

“Siamo di fronte a delle varianti, ma questo non deve spaventarci perché avviene normalmente per tutte le patologie. Io non credo che avremo grandi problemi e che serva mettere in allarme le persone. Penso invece che ancora una volta si stia commettendo un grosso errore”.

Quale?

“Dobbiamo smetterla di associare l’influenza con il Covid. La cosa sconvolgente è che si continua a promuovere la campagna vaccinale antinfluenzale, dimenticando che come confermato da uno studio del Pentagono, questa a suo tempo sarebbe stata responsabile del 36% della mortalità per Covid-19 favorendo lo sviluppo delle infezioni, che hanno registrato il picco proprio dove più alto era stato il numero di vaccinati. Quindi bisogna che ci mettiamo d’accordo una volta per tutte. Non si può dire alla gente di correre a vaccinarsi contro l’influenza, quando poi contemporaneamente si lancia l’allarme sul possibile ritorno del Covid con il rischio di nuove interferenze genetiche”

Ma pensa che possano essere pericolose queste nuove mutazioni?

“Assolutamente no, non lo penso affatto”.

C’è in ciorcolazione questa variante Pirola che sembrerebbe possedere almeno 30 mutazioni e potrebbe oltrepassare le difese immunitarie. E’ possibile?

“Le difese immunitarie si formano dopo il primo incontro con l’agente patogeno, questo mi pare ovvio, quindi se l’agente ancora non c’è è difficile avere un’immunità verso un qualcosa che non si conosce. Ma è altrettanto vero che se uno ha avuto il Covid una risposta comunque ce l’ha già”.

Come spiega il fatto che proprio in estate e con le temperature così alte che abbiamo avuto nelle scorse settimane sono saliti i contagi?

“Anche nelle scorse stagioni estive abbiamo avuto delle virosi, quindi non c’è nulla di anomalo. Non dimentichiamo che in estate si viaggia di più, si gira il mondo, aumentano i contatti, quindi non ci si deve meravigliare. Oggi si può fare il giro del mondo in 24/48 ore, quindi è normale che anche i virus possano circolare con più facilità. Ecco perché oggi le virosi si propagano con maggiore facilità da un capo all’altro della terra”.

Negli Stati Uniti ci sono situazioni preoccupanti in alcuni Stati dove addirittura sono state cancellate le lezioni in presenza per il timore di una nuova pandemia e si stanno di nuovo imponendo le misure di protezione negli ospedali e nei luoghi di lavoro, in attesa poi di procedere con nuove vaccinazioni.

“Stiamo molto attenti. Negli Stati Uniti si è verificata una grossa dissociazione fra ciò che suggeriva la Vaers, ovvero l’Istituto di Atlanta che studia gli effetti avversi da vaccino e le politiche degli Stati, che hanno portato avanti una campagna vaccinale di massa, nonostante gli esperti avessero chiaramente indicato il rischio di forti controndicazioni palesando anche un alto tasso di mortalità legato agli effetti avversi, che poi si è purtroppo verificato. Quindi non guardiamo troppo a questi Stati come modello”.

Da noi diversi suoi colleghi stanno suggerendo il richiamo vaccinale per anziani e persone fragili. E’ d’accordo?

“Se uno è già vaccinato non credo abbia bisogno del richiamo. Stiamo parlando di vaccini che, come ha certificato sempre il Vaers, possono avere degli effetti collaterali molto importanti, al punto che gli inglesi si sono ben guardati dal proseguire con le dosi. Poi se ci troviamo di fronte a delle nuove varianti che senso ha somministrare vaccini che sono stati calibrati su varianti precedenti? Mi pare che stiamo andando contro la logica e la scienza, visto che tutto avviene senza alcuna sperimentazione”.

Di fronte alle varianti quindi, come ci si può difendere?

“Con gli antivirali che la medicina ci mette a disposizione, come l’Ivermectina per esempio che ha pure utilizzato la regina Elisabetta a 95 anni. Poi naturalmente qui da noi ci hanno raccontato che si dà agli animali ma mi chiedo se abbiamo a che fare con dei medici o dei veterinari. Dobbiamo tornare a fare medicina e non propaganda. Lo dico in primo luogo a chi governa che dovrebbe evitare di ripetere gli errori del passato, quando abbiamo costretto le persone in casa con la vigila attesa e la tachipirina, impedendo ai medici di salvare vite con le terapie in campo”.

Recentemente abbiamo assistito a diversi casi sospetti di morti improvvise, specie fra la popolazione più giovane. C’è chi ritiene che sia anche colpa delle vaccinazioni anti Covid che hanno sconvolto il nostro sistema immunitario. E’ d’accordo?

“Sono i dati ufficiali del Vaers a dirci che questi sospetti potrebbero non essere infondati, soprattutto di fronte a problemi cardio vascolari sia in soggetti geneticamente predisposti, sia in altri che non si sarebbero mai sognati di dover affrontare certe problematiche. Indipendemente dall’aspetto genetico non si può escludere, e nessuno è stato finora in grado di farlo, che questo tipo di vaccini possano incidere negativamente sulla coagulazione ematica e provocare effetti avversi anche letali specie nei soggetti con aspetti genetici complessi. Io resto un convinto sostenitore dell’immunità di gregge”.

 

 

 

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