Il ruolo della memoria nella visione di un'opera filmica

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Ogni volta che vediamo un film lo vediamo in modo diverso, e un’opera d’arte è veramente tale quando la vediamo diversa, cioè si arricchisce di certi particolari e cresce, ma lo vediamo sopra gli strati delle visioni precedenti.
Questo è il tema della memoria: vengono memorizzate le esperienze precedenti, le quali risultano incancellabili o comunque sedimentate sotto certi cristalli di memoria che in un certo qual modo determinano la visione successiva. Così via via ci sarebbe una specie di stratificazione delle visioni nel film.
La memoria è legata a quell’intenso lavorio mentale, che percepisce il dato oggettivo e lo trasforma sempre in un elemento della nostra soggettività, lo ripropone e lo completa, nei suoi spazi vuoti, in quell’intensa opera di completamento impossibile che è l’interpretazione’.
La percezione del film è quindi un’attività personale, un modo di ricollegarsi alla realtà in maniera diretta, di guardare in prospettiva noi stessi, mettendo in gioco la nostra sensibilità, la nostra cultura.
Nel campo della fruizione è la memoria l’unico luogo dove è possibile ricostruire il flusso del film, senza spezzarlo o interromperlo e quindi senza cambiarne lo stato: altrimenti il film non sarebbe più film ma, fotografia di se stesso, privo della sua essenza, che è l’’impressione’ del movimento.

Vittorio Zenardi

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