Venezia: Clooney apre la settantesima edizione della Mostra

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Ha ufficialmente aperto i battenti la Mostra del cinema di Venezia, come preannunciato in apertura “Gravity”, il thriller ambientato nello spazio del messicano Alfonso Cuaron con Sandra Bullock e George Clooney.

Lei è un ingegnere medico in prestito alle missioni spaziali, lui un impertinente astronauta che ascolta musica in orbita e nel comunicare con la base non si lascia mai sfuggire battute sarcastiche e aneddoti sciocchi e ironici. Entrambi sono “lost in the space”, persi nello spazio costretti alle prove più ardue per sopravvivere, come schivare detriti satellitari che viaggiano a 30mila chilometri orari, spegnere incendi in orbita e azionare motori spaziali.

Un film che tiene col fiato sospeso e molto ben fatto, soprattutto se si pensa all’ambientazione insolita (lo spazio appunto) e che quindi non cambia mai, e al fatto che la storia ruota attorno a soli due personaggi, i due protagonisti.

Clooney ha amato da subito la sceneggiatura: «La sceneggiatura mi piaceva e c’erano solo due ruoli, Sandra faceva l’altro perciò l’unico disponibile era il mio. Il personaggio non è simile a me ma mi è piaciuto», è quanto ha affermato in conferenza.

La vera star del film sembra però essere Sandra Bullock che stavolta ha messo un po’ in ombra (se mai sia possibile) il collega George. Complice la sua spettacolare forma fisica (ha infatti dichiarato di aver lavorato sodo per raggiungere l’aspetto androgino che richiedeva la parte), se poi ci mettiamo la bravura nel far apparire sul suo viso le espressioni di paura e terrore mentre lotta per ritornare sulla terra, per respirare, per cercare la forza di non mollare, bè allora il connubio è fatto e di sicuro successo.

Nota di merito anche sulla scelta del 3D: laddove quest’ultima è spesso risultata sintomo della moda e di ciò che “tira”, qui è una scelta azzeccatissima e riesce a portare lo spettatore nello spazio insieme alla Bullock e a Clooney.

 

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