Addio a Gabriel Garcia Marquez

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“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”.

Gabriel Garcia Marquez ha detto definitivamente addio alla vita. Lo scrittore colombiano premio nobel si è spento ad 87 anni nella sua casa in Messico, dopo essere stato ricoverato nei giorni scorsi per un malore. Inzialmente era parso un falso allarme, invece le sue condizioni sono peggiorate in poco tempo.

Ogni sito internet o giornale del Brasile ha paerto con la notizia della sua morte, sul web è partita una sorta di veglia on line per dire addio ad uno degli scrittori che ha segnato maggiormente la letteratura del 900.

Tra le sue opere più apprezzate ricordiamo senz’altro il romanzo “Cent’anni di solitudine”, da cui abbiamo tratto il pezzo sopra riportato, e “L’amore ai tempi del colera”.

Per volontà della famiglia, l’ultimo addio gli verrà dato lunedi prossimo.

Ci piace ricordarlo cosi, come il colonnello Buendìa, mentre afferma “Non si muore quando si deve, si muore quando si può” (cit. Cent’anni di solitudine).

Gianluca Migliozzi

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