Si è spento ieri all’età di 63 anni Giorgio Faletti: l’arista originario di Asti pochi mesi aveva scoperto di avere un brutto tumore, si era recato a Los Angeles per delle cure specialistiche che purtroppo non hanno portato i risultati sperati, quindi il ricovero a Torino. Proprio ieri sulla sua pagina face book aveva scritto la frase: “A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia”.
Artista poliedrico, originariamente si fa conoscere dal pubblico grazie ai suoi spettacoli di cabaret negli anni 70, un successo che lo fa approdare al famoso show degli anni 80 “Drive In”.
Dopo gli spettacoli comici, Faletti scopre la sua passione per la musica, incide dischi e collabora con artisti del calibro di Mina, sfiora la vittoria a Sanremo, in numerose interviste ha dichiarato che la musica poer lui era come un droga.
Nel 2002 arriva il successo letterario: il suo primo romanzo giallo, “Io uccido”, diventa un caso, anzi un miracolo editoriale: quattro milioni e mezzo di copie vendute, grande successo di critica e pubblico.
Dato lo straordinario successo, Faletti non si ferma, cosi seguono altri straordinari thriller prima “Niente di vero tranne gli occhi”, poi “Fuori da un evidente destino” e infine “Io sono Dio”. Con “Appunti di un venditore di donne” e “tre atti in due tempi” Faletti sposta la narrazione dall’Italia agli Usa, dove ambienta i suoi ultimi lavori, e si conferma scrittore dotato e giallista in costante crescita.
Tra un romanzo e l’altro, Faletti che non era mai stanco di sperimentare nuovi lavori, si rivela attore straordinario in film cult del cinema, come “Notte prima degli esami”: quanti di noi giovani ragazzi non conoscono il perfido professore di lettere soprannominato da tutti “La carogna?”.
E poi ancora lo splendido Cemento Armato e Baaria di Tornatore.
Artisti del suo calibro, in grado di fare tutto e tutto bene, sono rari, forse irripetibili, un altro grande andato via troppo presto.
Michele Acquaviva