Non sono certo un fenomeno di passaggio, né vengono fuori da un talent. Il pubblico italiano li conosceva già, con il loro “#PerpetuoTour hanno attraversato quasi tutto lo stivale, club, piazze, palchi importanti come quello del primo maggio, del POSTEPAY ROCK IN ROMA e l’ HITWEEK FESTIVAL di MIAMI, nel corso dei quali si son prestati per l’Opening Act per Caparezza, ed ancora l’HARD ROCK LIVE Roma per i Negramaro, un tour cominciato ormai da un anno e poco più e con oltre 120 date all’attivo nel solo 2014.
Sono stati la rivelazione della kermesse di Sanremo, dove in un Festival, in cui c’era massiccia affluenza di partecipanti principalmente provenienti dai talent, i KuTso si distinguevano grazie ad un gavetta più underground rispetto ai loro colleghi.
Oltre a piazzarsi al secondo posto del “torneo” dedicato alle Nuove Proposte,hanno vinto il premio
ASSOMUSICA, (Ass. Organizzatori & Produttori di Spettacoli Musicali Dal Vivo) proprio per “l’originalità e la capacità di saper emozionare mostrata sul palco dell’Ariston”.

Difatti, le varie performance della band romana al Festival non son state per così dire normali.
In un’edizione, in cui una delle poche pecche criticate a Conti è stato proprio la comicità offerta nei 5 giorni, i KuTso, son stati quelli che hanno strappato (Rocco Tanica escluso) a Carlo Conti ed al pubblico proprio i sorrisi più spontanei, grazie ai testi assolutamente sbarazzini, irriverenti e sarcastici e un rock fracassone più vicino ai temi da divertentismo da ballare.
Uno stile tutto loro, che comprende improbabili e ingegnosi costumi del chitarrista Donatello Giorgi e sempre nuovi balletti irripetibili e non-sense del cantante frontman Matteo Gabbianelli, come quelli messi in scena sul palco sanremese, cantando “ELISA“, l’ode alla donna che vorrebbe godere della vita fino in fondo ma va spronata.
In un’edizione, in cui una delle poche pecche criticate a Conti è stato proprio la comicità offerta nei 5 giorni, i KuTso, son stati quelli che hanno strappato (Rocco Tanica escluso) a Carlo Conti ed al pubblico proprio i sorrisi più spontanei, grazie ai testi assolutamente sbarazzini, irriverenti e sarcastici e un rock fracassone più vicino ai temi da divertentismo da ballare.
Uno stile tutto loro, che comprende improbabili e ingegnosi costumi del chitarrista Donatello Giorgi e sempre nuovi balletti irripetibili e non-sense del cantante frontman Matteo Gabbianelli, come quelli messi in scena sul palco sanremese, cantando “ELISA“, l’ode alla donna che vorrebbe godere della vita fino in fondo ma va spronata.
Il titolo di un’altra traccia del loro album “MUSICA PER PERSONE SENSIBILI, “Ma quali rockstar”, mi suggerisce inevitabilmente la domanda sui loro programmi, ed ovviamente cosa potevo aspettarmi se non:
“Il #PerpetuoTour continua, non siamo affatto sazi, la gavetta non è terminata, Sanremo vuol dir poco, miriamo alla presidenza del consiglio, ma Renzie può star sereno, lasceremo poi presto per conquistare anche Marte. A parte gli scherzi, l’obiettivo è quello di portare un po’ di sana allegria con la nostra musica ovunque….”.
Quando si parla di gavetta, il mio pensiero corre a chi, oggi, nella Talentshow Era, fa difficoltà ad emergere. E non posso certamente non chiedere cosa ne pensa a tal proposito Matteo, che è anche titolare del KuTso Noise Home, studio di registrazione dal quale ha visto passare tanti ma tanti colleghi emergenti:
“Ci sono davvero tanti che farebbero meglio a capire che FARE MUSICA non fa per loro, dalle idee alla messa in pratica ce ne passa”.
Ma un monito ai veri talenti lo fa, consigliando di non disperdersi, di non cercare solo la fama televisiva, di non farsi abbindolare dagli specchietti per le allodole, perchè:
“Anche se i grandi canali” stanno soccombendo, oggi c’è molta più possibilità di divulgare le proprie cose, c’è molto più spazio, la gente ci va ai concerti e non solo dei DearJack, …ma anche gruppi appartenenti al mondo Indie, al mondo underground, come “Lo stato sociale”, “I Ministri”, “Luci della centrale elettrica” e tanti tantissimi altri.”
“Anche se i grandi canali” stanno soccombendo, oggi c’è molta più possibilità di divulgare le proprie cose, c’è molto più spazio, la gente ci va ai concerti e non solo dei DearJack, …ma anche gruppi appartenenti al mondo Indie, al mondo underground, come “Lo stato sociale”, “I Ministri”, “Luci della centrale elettrica” e tanti tantissimi altri.”
La critica li ha anche associati ad Elio e Le storie Tese, ma loro ci tengono a precisare che non si rifanno direttamente a loro, vengono più dal mondo di derivazione punk come musicalità, sicuro invece che come loro “giochiamo ad essere nonsense, sarcastici, sgangherati, disfattisti, ma rispetto a loro siamo più zozzoni.”
Ah dimenticavo, usando la “u” all’inglese (= à) non starete bestemmiando, ma almeno li pronuncerete come KuTso si deve!!!
V. Z.