Con MAD MAX FURY ROAD, George Miller spinge in avanti i limiti del cinema contemporaneo, come se tutti i suoi sforzi creativi, spesso ingabbiati da logiche produttive, trovassero qui, il punto massimo di convergenza, dando alla luce un’opera potente e visionaria. Certamente commerciale ma con un’autorialità altrettanto evidente. Immersi in paesaggi desolati, bruciati dal sole implacabile del deserto, i protagonisti si lanciano in un inseguimento mozzafiato, spietato e violento. La sceneggiatura è già tutta qui, perché Miller, decide di far parlare le immagini, che rapiscono lo spettatore, lo inglobano in un universo parallelo, vero e falso non importa, impossibile sottrarre lo sguardo e non essere partecipe.
Come in una partitura musicale da eseguire senza interruzioni, il film scorre veloce davanti a noi, senza cali di tensione, ma anzi aumentando sempre di più il ritmo. Miller punta tutto sul visibile, sul potere attrattivo dell’immagine, sicuramente ricordandosi le parole di Alfred Hitchcock, che sosteneva che bisogna realizzare film che possano essere visti ovunque nel mondo, senza bisogno di sottotitoli. Per creare questo vero e proprio fiume in piena che scorre inesorabile, si affida ad un montaggio impercettibile, dando la netta sensazione di verosimiglianza di una furiosa cavalcata di un giorno.
Un’opera che viene esaltata da una fotografia maestosa, che passa dai colori chiari e abbaglianti a quelli più acidi e crepuscolari, come se nascesse da un incontro/scontro di tavolozze impressioniste/espressioniste, creando atmosfere altamente suggestive. Alcune immagini poi, si fissano nella mente per la propria forza icastica e straniante.
Tutto e stato congegnato in modo impeccabile, basti pensare ai numerosi dettagli di quel luna park di moto e macchine messo in scena, fino al make up e ai costumi.
Miller ci fa entrare nella sua stanza dei giochi, ma nello stesso tempo, firma questo suo ultimo lungometraggio, affrontando temi di grande attualità, come l’esercizio del potere, il destino dell’umanità e il futuro, che lui vede ed auspica in mano alle donne, esemplificato nella metafora dell’elevatore nella scena finale.
Per finire, da segnalare, le ottime interpretazioni di Tom Hardy/Max Rockatansky e Charlize Theron/Furiosa, che rimane elegante e sensuale nonostante il costume di scena non assomigli neanche lontanamente ad un abito sera..ma si sa, la classe non è acqua… Uscita Italiana: 14 Maggio 2015
Vittorio Zenardi