Il rapporto con il corpo ci accompagna per tutta la vita ed è forse quello più complicato, perché influenza direttamente il grado di soddisfazione che abbiamo con noi stessi e la sicurezza con cui interagiamo con gli altri. Le pieghe, le rughe, i chili e i peli, le anche, le pance, seno in giù, ciccia in più… Senza distinzione di età, né di sesso, una filastrocca che incalza nella testa di chi tende a giudicarsi con troppa attenzione severa. Guardarsi allo specchio diventa un momento di controllo dei propri difetti che serve solo a rafforzare la sensazione e l’idea di essere sbagliati e imperfetti.
Una comprensione molto interessante di come percepiamo il nostro corpo ci arriva dalle neuroscienze, si tratta di come i sistemi neuronali sono coinvolti nella percezione del nostro corpo e di quello degli altri. Le ricerche confermano l’importanza, nell’interazione sociale, delle informazioni che le persone traggono dall’osservazione degli altri, della loro morfologia corporea e facciale e delle loro espressioni.
Questo ci rende comprensibile con quale potenza la cultura della magrezza e della perfezione legata al successo, alla ricchezza e alla felicità e propinata per decenni dai media, possa condizionare il cervello e di conseguenza i pensieri e le emozioni.
Dai principi e principesse delle fiabe, passando per gli eroi e le eroine dei videogiochi, e per le pubblicità di tutti i media, dai film al web potete immaginare la valanga di messaggi inconsci che inonda il nostro sistema percettivo? Diventa quasi automatico anelare a quell’ideale di bellezza fatto di filtri e di fotoritocchi, di inquadrature speciali e di luci, di ambientazioni e di sapienti trucchi, e purtroppo spesso anche di malattie alimentari, rinunce e infelicità, spacciate come successo. Significativo è che anche se ormai l’artificiosità di quelle immagini è nota, rimangono di fatto ideali a cui aspirare. Come uscire dunque, da questo condizionamento così potente?
L’equilibrio giusto non è mai nella rinuncia e nella rassegnazione, ma nel cambiamento. Scoprire le emozioni celate dietro uno sguardo eccessivamente auto critico si può. E una volta che quelle emozioni perdono potere e forza è facile riscoprire un rapporto affettuoso, comprensivo ed equilibrato con la propria immagine, magari condito da un pizzico di autoironia e di capacità di giocare.
Questo è il terreno ideale per impegnarsi con quel che è necessario per restare in una forma fisica ottimale che valorizza anche il godimento dei piaceri della vita.
Il wingwave per l’immagine allo specchio è un metodo di Coaching che aiuta in questo processo attraverso sette fasi, lavorando proprio sull’aspetto neurologico con l’EMDR:
1. Prendi contatto con i punti del corpo che ti creano disagio e vergogna
2. Riconosci le emozioni che generano questa percezione
3. Elabori la storia che ha generato quelle emozioni
4. Sviluppi uno sguardo di autostima e di affetto verso il tuo corpo
5. Decidi obiettivamente cosa vuoi migliorare
6. Elabori un programma di obiettivi fisici ben formati
7. Ne curi l’attuazione e il mantenimento
Avere un buon rapporto con la propria immagine e il proprio corpo è la base dell’accettazione di se stessi e degli altri.
Coltivare un impegno per la propria salute e forma fisica attraverso obiettivi raggiungibili crea sensibilità e soddisfazione sensoriale verso il proprio corpo.
È possibile attraverso questa via, lo sviluppo di una visione di sé nel futuro libera dalle insicurezze e piena di energia e motivazione.
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D. D. V.