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EURECA ANNUNCIA CLASS ACTION PUBBLICA CONTRO IL FISCAL COMPACT

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Una class action popolare contro Patto di Stabilità e Fiscal Compact. E’ un battesimo all’insegna della concretezza quello di EURECA, Europa Etica dei Cittadini e delle Autonomie, associazione che nasce in difesa dei valori fondanti dell’Unione e  per difendere la democrazia e la legittimità.
Nella sua prima uscita ufficiale – oggi a Roma con la partecipazione dell’ambasciatore Giulio Terzi, del prof. Giuseppe Guarino, del prof. James K. Galbraith, tutti membri del Comitato Scientifico di EURECA, del giornalista Angelo Polimeno, presidente dell’Associazione e dell’avv. Federico Tedeschini, responsabile legale – EURECA non si è limitata a illustrare le sue finalità, ma  ha subito annunciato una prima iniziativa legale. Nel mirino c’è in particolare il Fiscal Compact, trattato internazionale estraneo al diritto europeo e che entro quest’anno, sarà sottoposto al vaglio di tutti i parlamenti nazionali dei Paesi dell’Unione al fine di ‘legittimarlo’ inserendolo nei Trattati Ue.

Ma proprio l’attuale illegittimità del Fiscal Compact – e dunque delle norme in esso contenute, tra cui il Patto di Stabilità – è uno dei temi su cui si concentra l’attenzione di EURECA, che invita tutte le forze politiche italiane a votare no all’inserimento nei Trattati UE.

Nel frattempo,  contro questa norma, l’Associazione si prepara a avviare il suo primo ricorso alla giustizia. Ad annunciarlo è Tedeschini, titolare di uno degli studi amministrativi più importanti d’Italia. “EURECA – annuncia –  intende avviare una class action pubblica nei confronti della Repubblica Italiana per porre termine a una forma di sviamento del potere. In pratica – prosegue Tedeschini –  il Patto di Stabilità e i successivi aggiornamenti normativi – Two Pack, Six Pack e Fiscal Compact – sono nati in violazione delle regole del Trattato di Maastricht,  che consentiva il trasferimento di quote di sovranità all’Europa al fine specifico di consentirle interventi che favorissero lo sviluppo dei singoli paesi membri. Al contrario la Commissione Ue ha usato tali poteri per imporre un aggiustamento dei bilanci dei singoli paesi, violando così una regola fondamentale di politica economica che è quella, di origine keynesiana, secondo la quale lo sviluppo economico e l’aggiustamento del bilancio sono due finalità tra loro incompatibili. Ecco perché EURECA, previa diffida alle competenti autorità, intende avviare una class action pubblica presso il Tribunale Amministrativo del Lazio”.

Moderato da Donatella Visconti, manager e socio fondatore di EURECA, il dibattito su questo temi è proseguito con l’amb. Giulio Terzi, già ministro degli Esteri. “Nonostante pochi principi costituzionali dell’Unione vengano richiamati con tanta insistenza quanto la promozione del diritto – sottolinea Terzi – forse nessun altro viene poi lasciato così frequentemente nell’ombra. Nella pratica corrente il diritto dei cittadini a conoscere cosa sia realmente accaduto e cosa sta accadendo nei processi decisionali europei è scientemente diluito e offuscato dai governi, senza che i media accendino i riflettori. Tutto questo è accaduto e continuerà ad accadere inevitabilmente senza una diffusa ed incisiva reazione della società civile, per aspetti di cruciale rilevanza che hanno dominato la scena dell’integrazione europea negli ultimi 20 anni. In particolare nelle vicende che hanno portato all’adozione del Patto di Stabilità e del Fiscal Compact”.

Angelo Polimeno, autore del libro NON CHIAMATELO EURO (Mondadori) in cui si ricostruisce con chiarezza il percorso che ha portato al varo di norme europee illegittime, ha sottolineato come queste, negli anni, hanno causato chiusura di migliaia di imprese, livelli record di disoccupazione, diffusione patologica del lavoro precario, ripetuti tagli allo stato sociale e alla previdenza. Infine – dopo il saluto di Giuseppe Guarino – ex ministro, insigne giurista e primo a denunciare le norme illegittime dell’euro – ha preso la parola Annarita Amoroso, l’italiana che ha impugnato con successo una norma tedesca che avrebbe consentito ai cittadini della Repubblica federale, al contrario degli altri europei, di viaggiare gratis sulle loro autostrade.

Walter D’Amario

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