È morto a Roma Paolo Villaggio. L’attore si è spento questa mattina alle 6 all’età di 84 anni. Ad annunciarlo la figlia Elisabetta su Facebook dove, su una foto del padre giovanissimo, scrive: “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare”.
Entrato nella cultura popolare con il personaggio di Fantozzi, aveva recitato con Fellini, Olmi, Monicelli e Lina Wertmuller ottenendo premi prestigiosi tra cui il Leone d’oro alla carriera nel 1992, in occasione della 49ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Non solo attore ma anche geniale autore, sociologo e attento osservatore della realtà italiana che pennella magistralmente, stando spesso dalla parte dei perdenti.
Amico di Fabrizio De Andrè, con cui durante un cineforum a Genova vedrà La corazzata Potemkin ha sempre ribadito: “Il film resta “una cag… pazzesca“, il frutto del tabù intoccabile della sinistra, tipico degli anni ’70, della supremazia del cinema sovietico”. In un’intervista ha raccontato un episodio sconosciuto al grande pubblico:
“C’eravamo io, De André, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione sulla scalinata di Odessa venne proiettata dopo appena dieci minuti dall’inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzo’ e dichiarò “Questo è il piu’ bel film di tutti i tempi!”. Noi del pubblico eravamo senza parole – prosegue Villaggio -, assolutamente attoniti. A quel punto, l’addetto alla proiezione si alzò e confessò di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lascio’ prendere dal panico: “Bene, allora lo riguardiamo dall’inizio”. Fu un momento terribile” .
Inventore di una vera e propria lingua del grottesco con un uso impossibile dei congiuntivi (“venghi”,“vada”,“dichi”) e la creazione di etichette nobiliari come il “gran duc figl di putt”, Paolo Villaggio plasma una maschera che ha segnato almeno quattro generazioni di spettatori.
Forse a volte questa maschera è stata ingombrante per lui, attore colto e raffinato che incantava a teatro, ma lo ha avvicinato alla gente facendolo sentire come uno di famiglia. Mi piace ricordarlo con un celebre dialogo presente in Fantozzi (1975):
Fantozzi: Allora, prenderò l’autobus al volo!
Pina: No, Ugo! L’autobus al volo no!
Mariangela: No, papà!
Fantozzi: Sì, saltando dal terrazzino, guadagnerò almeno due minuti!
Pina: No, Ugo! Non l’hai mai fatto… non hai il fisico adatto…
Fantozzi: Non l’ho mai fatto… ma l’ho sempre sognato!
Vittorio Zenardi