Morte dei Paschi di Siena: intervista esclusiva a Franco Fracassi

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“Morte dei Paschi” è il titolo del libro scritto da Franco Fracassi e dal sen. Elio Lannutti e edito da PF PaperFIRST con prefazione di Luigi Di Maio e Daniele Pesco. Il sottotitolo è “Dal suicidio di David Rossi ai risparmiatori truffati. Ecco chi ha ucciso la banca di Siena”.
La sua presentazione è avvenuta il nove novembre scorso presso la Sala Tatarella del Palazzo dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma, in contemporanea con lo svolgimento dei lavori della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario italiano.

Lo Speciale era presente e ha seguito l’affollata conferenza stampa a partire del panel dell’onorevole Daniele Pesco che a esordito affermando: “questo libro analizza il pregresso della Banca Monte Dei Paschi prima della morte di David Rossi”, responsabile dell’area comunicazione della banca.

Ha focalizzato e contestualizzato il profilo finanziario dell’operazione di acquisizione di Banca Antonveneta con l’ausilio di dettagliatissime slides che hanno reso comprensibili l’origine e gli sviluppi della vicenda maturata in un contesto internazionale.

Sono seguiti gli interventi di Elio Lannutti, il vicepresidente della Camera on.le Luigi Di Maio, l’on. Giulia SartiFranco Fracassi che ci ha rilasciato questa intervista esclusiva.

Salve Franco, sono iniziate le audizioni su Banca Monte Paschi di Siena alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario italiano. Quando verrà esaminato il dossier relativo all’ acquisizione di Antonveneta all’origine della crisi della banca senese definita la “madre di tutte le crisi”.

Ritiene che le informazioni contenute nel suo libro possano rendere più agevole il raggiungimento della sostanziale verità riguardo a questo caso? Potranno essere utili le sue investigazioni per i commissari?
“Sì, credo che le informazioni contenute nel nostro libro possano aiutare i commissari a dipanare la matassa di quanto accaduto, fornendogli un quadro più completo e il contesto nel quale sono accaduti i fatti relativi a Mps.”

Lei è un affermato e poliedrico professionista, recente vincitore del premio Eurasia. Quale delle sue apprezzate abilità ha messo in campo e/o ha prevalso nello scrivere il libro?
“Essere giornalista d’inchiesta da oltre 25 anni ha certamente aiutato. Ma la cosa che più ha influito sul prodotto finale è l’abitudine a raccontare lunghe storie attraverso i documentari. Questo esercizio, portato avanti per anni, mi ha aiutato a trasformare dati finanziari e bancari in un’appassionante storia degna di un thriller o di una serie tv. Io ed Elio Lannutti siamo convinti che il modo con cui abbiamo narrato le vicende del Monte possa finalmente avvicinare molta gente non interessata alla finanza o alle questioni bancarie alla storia del Monte dei Paschi.”

Perché la scelta di dedicare la sua opera ai risparmiatori truffati e a David Rossi?
“Perché è il motivo etico per cui abbiamo deciso di scrivere questo libro. Io ed Elio raramente ci impegnamo in un lavoro se dietro non c’è anche una spinta ideale.”

Sulla copertina del libro è rappresentata l’ombra di un corvo che sovrasta il simbolo dei paschi, si allude alla presenza concreta di qualche personaggio reale?
“No. La copertina è metaforica. Ma non si tratta dello stemma di Mps, bensì di lapidi. È una copertina tetra. Ma secondo noi è perfettamente in linea con il libro.”

Qual è la sua idea di “senesità” di cui spesso si parla nel libro?
“Sentirsi parte di qualcosa di speciale. Parte di una setta di eletti, che ti rende diverso dagli altri. Siena è una città unica. E credo che anche i suoi abitanti si sentano unici, in qualche modo.”

La sua “chiusura del cerchio” dell’inchiesta, ha districato il presunto “groviglio armonioso” o l’ha aggrovigliato ulteriormente? Penso all’allargamento internazionale della sua inchiesta..
“Il groviglio resta tutto. Ma fa capire che per comprendere le vicende del Monte non bisogna per forza impantanarvici. Anzi, non lo si deve fare affatto. Ciò che ha distrutto Mps va cercato altrove. Siena e la sua banca sono stati un perfetto terreno di coltura per avvelenatori a base di ogm.”

 Il ricorso allo strumento del “depistaggio ontologico” ha insinuato il sospetto che a Siena ci possa essere stata un’estesa omertà. Noi sappiamo che ci sono stati molti senesi che hanno “lanciato” l’alert sia in sede di assemblea societaria che in eventi pubblici. Qual è la sua opinione a riguardo?
“È vero che ci sono stati molti senesi che hanno cercato di mettere in allarme le autorità di controllo e i media. Però, una società sana non si affida a qualcuno, avanza compatta. Si ribella con la forza di una ribelliione di massa.”

Vittorio Zenardi

 

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