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La guerra dei cinepanettoni

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I cinepanettoni di De Laurentiis, De Sica e Boldi, si contendono gli incassi delle feste in uno scontro a base di attacchi personali e minacce di azioni legali.

Il caso più eclatante è quello di “Super Vacanze di Natale”, film di montaggio con scene di vecchi cinepanettoni prodotto da De Laurentis. Il produttore napoletano ha subito le proteste da tutti i suoi ex interpreti e registi principali che non hanno gradito l’operazione.

Neri Parenti che negli stessi giorni è uscito in sala con “Natale da Chef” con protagonista Massimo Boldi, ha dichiarato stizzito:

“De Laurentiis ha potuto fare questo film perché allora per avidità abbiamo firmato contratti capestro che contemplavano anche questa possibilità. Più che una scelta distributiva puzza di dispetto, è un modo per lui pur non avendo un film nuovo, di esserci lo stesso. È da vedere ora come la prenderà il pubblico, non si può prevedere”

Anche i fratelli Vanzina, oltre a Christian De Sica e Massimo Boldi hanno fatto trapelare il loro disappunto e scoraggiato il pubblico dall’andare a vedere il film.

A livello legale però la posizione di De Laurentis è inattaccabile visto che registi e attori non detengono i diritti di sfruttamento sulle opere cui hanno partecipato. Li possiede infatti il produttore che è libero di usare la loro immagine e le loro prestazioni come meglio crede.

Bisogna dire che già prima di questa querelle, l’altro cinepanettone con protagonista De Sica, “Poveri Ma Ricchissimi”, era stato al centro di una bufera mediatica a causa delle presunte accuse di molestie sessuali rivolte da alcune attrici al regista Fausto Brizzi, che hanno causato la rimozione del suo nome da trailer e manifesti pubblicitari.

Dopo la separazione della storica coppia Boldi/De Sica avvenuta nel 2006, per i cinepanettoni un lento ed inesorabile declino che ha visto gli incassi passare in dieci anni da ventitré milioni di euro a sette.

C’è da capire se la crisi sia dovuta ai rancori dei protagonisti o come è auspicabile al cambiamento di gusti degli spettatori, che stanchi di battutacce e recitazione scadente rivolgono l’attenzione ad opere più garbate e ben scritte.

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