Un petardo contro un disabile psichico. Ad effettuare il folle gesto sarebbe stato un Maresciallo dei vigili urbani e il tutto sarebbe avvenuto in un comune del barese.
L’uomo, con tanto di divisa indosso, sarebbe un 45enne maresciallo dei vigili urbani di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari e ad “incastrarlo” sarebbero spuntati anche diversi video che, neanche a dirlo, hanno fatto il giro del web e non solo. Nelle chat di Whatsapp di tutto il paese infatti il video è subito diventato un cult.
Il vigile era infatti in servizio durante la vigilia di Natale e invece di far osservare l’ordinanza anti-botti ha acceso il mortaretto e l’ha lanciato ai piedi del disabile psichico molto conosciuto nel comune.
A stigmatizzare l’episodio è il sindaco ovviamente di Acquaviva delle Fonti , il giornalista Davide Carlucci:
“Il vigile ha spiegato di non aver agito con sadismo e si è reso conto di aver sbagliato. Per noi l’atto è vergognoso perché potrebbe indurre qualcuno a sentirsi autorizzato a compiere gesti più violenti nei confronti del disabile”.
Dopo poche ore arriva la lettera di scuse firmata dal vigile.
“Chiedo scusa al signor sindaco, al signor comandante della polizia municipale, ma soprattutto ai miei concittadini, e ancor più al signor C. M. per lo spiacevolissimo episodio che mi ha visto protagonista e purtroppo noto a molti”. “Non voglio giustificarmi –ha scritto il maresciallo- ma sento anche di respingere le accuse di chi mi rappresenta come persona insensibile ai problemi dei disabili. Il rapporto che c’era, c’è e spero ci sarà tra me e C. M. è stato, ed è, d quotidiana frequentazione e familiarità. Tanti concittadini potrebbero testimoniare che non gli ho mai negato la parola, l’ho sempre ascoltato e sono sempre intervenuto ogni qualvolta C. M. era deriso, molestato o maltrattato da altri concittadini”.
“Quel gesto irripetibile e deprecabile che ho commesso, e che non posso negare – ha continuato – va colto nel contesto di questo rapporto personale tra me e lui. In quel maledetto momento non ho considerato C.M. come un disabile psichico ma come una persona che conosco da sempre, fin da quando sono nato”. “Sono fortemente mortificato per quanto è successo – ha concluso – e vorrei poter fare qualcosa per rimediarvi. Chiedo di venir giudicato per questo gesto ma anche per quant’altro svolto in sedici anni di servizio. Saprete pure che ho cercato di adempiere al servizio a cui sono stato destinato anche quando non ero al meglio delle mie condizioni di salute”.