Food Startup: farina di grilli e olio di insetti al posto di quello di palma

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Quando si mangia le abitudini sono bandite, soprattutto perché il clima cambia, il mondo è globale, e l’acqua e le risorse sono sempre di meno. Occorre fantasia nei cibi, occorre inventare cose buone e realizzabili.

Dalla farina di grilli all’olio di larve di scarafaggi: insetti a tavola grazie a startup innovative dal mondo del food.

Sono 800 le domande provenienti da tutto il mondo arrivate allo Startupbootcamp Foodtech, acceleratore di startup in ambito alimentare di Roma, che entro luglio ne dovrà selezionare 20. Di queste 20 poi ne verranno scelte 10 che, dopo 4 mesi di ‘accelerazione’, si presenteranno a investitori ed esperti in occasione del ‘Demo Day’.

Matteo Fago, editore del Salvagente e tra i fondatori e finanziatori di Startupbootcamp Foodtech, ha raccontato all’Adnkronos i risultati del progetto e spiegato come mettere su una startup vincente. Il progetto è arrivato alla terza edizione e ha visto nascere diverse realtà, ”alcune con prospettive molto interessanti come Elaisian – ha detto – startup italiana che permette ai produttori di olio d’oliva di monitorare costantemente il proprio campo, prevenire le malattie degli alberi e incrementarne la produttività”.

Un settore, quello delle startup, in cui Fago ha acquisito una certa esperienza: nel 1995, infatti, insieme a tre amici, ha dato vita a Venere.com, il primo sito per le prenotazioni alberghiere, venduto poi nel 2005 a Expedia per 200 milioni di euro.

Sul concetto di startup, spiega Fago, ”c’è molta confusione. Una startup non è solo una nuova azienda che nasce, ma si tratta di un’azienda con un modello business che potenzialmente può crescere moltissimo e che in pochi anni riesce a moltiplicare l’investimento”. Per una startup vincente, l’innovazione non può mancare ma da sola non basta. Secondo Fago, infatti, ”l’innovazione non è la caratteristica fondamentale di una startup, semmai è il modo attraverso cui la startup ottiene una crescita molto veloce”.

Nell’immaginario collettivo, spiega Fago, ”la startup crea un mercato che ancora non esiste ma non è sempre così. Per funzionare una startup deve trovare soluzioni nuove a problemi esistenti e puntare così ad una crescita molto veloce. Ed è per questo che su 100 startup che nascono solo una decina riescono ad avere risultati interessanti”.

Tra le startup dell’anno scorso troviamo Kiwi Campus (Sergio Pachon, Colombia), il servizio di food delivery per i campus universitari che adesso, racconta Fago, ”in America sta sviluppando un sistema di consegna attraverso robottini”. Ma c’è anche l’indonesiana Biteback Insect, fondata da due ragazzi di 22 anni, in grado di produrre un sostituto dell’olio di palma grazie a un processo industriale che permette di ottenere olio da cucina dalla spremitura di insetti.

Fonte: adnkronos

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