Vito Monti: biologo, imprenditore nel settore sanitario, figura cardine dell’Ass.ne #IoCosì.
Chi è davvero lei e come ha saputo costruire un simile successo?
“Chi sono io? Credo di essere la persona meno indicata per autodefinirmi. Quello che sicuramente posso dire di me, ed è un tratto caratteristico della mia persona, è la capacità di credere fermamente negli obiettivi che mi prefiggo e di saper lavorare duramente per raggiungerli. Mi piace sperimentarmi in vari campi acquisendo esperienze e competenze, sia in Italia che all’estero, che poi sono state fondamentali per poter realizzare progetti di alto valore e qualità di cui oggi, ad esempio, lo studio medico che dirigo ne è lo specchio ed uno degli esempi“.
Cosa la appassiona del progetto civico di cui è uno dei maggiori protagonisti e quanto intensificherà il suo impegno?
“Oggi il progetto civico che porto avanti con passione finalizza quello che è il mio sentire e che ritengo sia un po’ il dovere di ciascuno di noi. Cioè mettere a servizio della comunità le proprie esperienze e risorse traslando in fatti quello che è il proprio credo. Io ho due figli e vorrei che essi possano vivere in un mondo che è scevro da discriminazioni e solidale con chiunque ne abbia bisogno. Penso ai giovani che vivono in una società che da sempre meno certezze e punti di riferimento a chi deve costruire il proprio futuro, penso agli anziani sempre più soli e con sempre meno risorse che li costringono a vivere ai limiti della povertà, penso ai discriminati in qualsiasi forma avvenga questa discriminazione e via dicendo.
Oggi ho la fortuna di poter avere una maggiore quantità di tempo libero da poter mette a disposizione di questo progetto e credo di poterlo interamente dedicare a farlo crescere ulteriormente facendolo diventare una realtà importante e un punto di riferimento per chiunque operi nel sociale“.
Il sodalizio con la Presidente Sara Manfuso su cosa verte? Riferendosi a Lei, Sara parla di una “colonna portante”…
“Mi chiede del sodalizio con Sara Manfuso. Io e Sara Manfuso collaboriamo da circa sei anni e in questi anni è cresciuta una stima che poi si è trasformata anche in una grande amicizia e che ci ha permesso di condividere e realizzare il progetto #IOCOSI’ che rappresenta la “summa” del nostro sentire sociale. Sara è troppo generosa nei miei confronti e gliene sono grato. Ma potrei dire la stessa cosa di lei. Abbiamo ruoli diversi ma sinergici ed entrambi funzionali alle attività dell’Associazione. Devo dire che nonostante la notevole differenza di età abbiamo dimostrato di saper coesistere con grande rispetto reciproco per le idee di ciascuno di noi coagulandole in una azione comune”.
Cosa diventerà in futuro #IoCosì? Potrà trasformarsi in un movimento politico che nasce dal basso?
“Al momento mi sento di escludere questa ipotesi, anzi per correttezza devo dire che ancora non è stata presa in considerazione, ma d’altronde qualsiasi azione rivolta allo sviluppo sociale, secondo il proprio credo, sia un’azione politica. Se agire e contribuire a favore della società in cui viviamo è politica allora facciamo politica fuori da partiti, schieramenti e senza bandiere che non siano le nostre idee“.
Recentemente ha organizzato un evento al Teatro Arciliuto, da quali sinergie nasce?
“L’evento che abbiamo realizzato all’Arciliuto il 3 dicembre scorso con l’obiettivo di realizzare una raccolta fondi a favore del “Parco Del Mulino” che si occupa di ragazzi affetti dalla sindrome di down nasce dalla collaborazione tra vari personaggi tra cui l’onorevole Simone Baldelli, Francesco Vecchi autore di una favola per bambini “La vera storia del Lupo Cattivo”, Giovanni Samaritani proprietario dell’Arciliuto, il tutto sotto la sapiente regia e iniziativa di Sara Manfuso“.
La vita privata, può raccontarci qualcosa in più su di lei?
“La mia vita privata? Bella domanda, sono separato da diversi anni, ho due figli meravigliosi Antonello e Clelia ormai grandi e autonomi dalle grinfie del padre. Ho avuto la fortuna di poter girare il mondo, sono appassionato d’arte, Speleologia quando ancora l’età me lo permetteva, ho vissuto in Svizzera e in Argentina per diversi anni, ma è una lunga storia”.