Aborto Pro Vita & Famiglia: «A Verona libertà delle donne significa vagine a forma di blatta sulla mia faccia».

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Divampa la polemica a Verona per i manifesti choc contro l’aborto dell’Associazione Pro Vita e Famiglia onlus puntualmente imbrattati dalle femministe.

Si vede una giovane donna che indica con la mano la scritta al suo fianco, la quale recita: “Mamma, chi sceglie la vita vince sempre. L’aborto è una sconfitta!”. Ovviamente, come era prevedibile, l’iniziativa ha scatenato le reazioni delle associazioni pro-aborto e anche i media non hanno mancato di intervenire sulla questione dando spazio e voce unicamente alle femministe, pronte ad impedire da sempre qualsiasi occasione di dibattito che possa avere ad oggetto una revisione della legge 194. Inoltre i manifesti sono stati imbrattati, e le femministe di Non Una di Meno sui social hanno esaltato il gesto. Non solo, a farne le spese è stata Maria Rachele Ruiu, rappresentante veronese dell’Associazione che ha dato il volto all’iniziativa, che ha subito una vera e propria “azione di bullismo”

Da qui la replica di Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus che attacca:

“Sta accadendo che il successo della nostra campagna #stopaborto contro la pillola abortiva Ru486 stia scatenanando rabbia, odio e violenze contro di noi. Parliamo a ragion veduta di successo, perchè proprio ieri anche l’Abruzzo ha inviato una circolare che è una forte raccomandazione alle Asl regionali, affinché l’interruzione farmacologica di gravidanza con utilizzo della pillola RU486 (mefipristone e prostaglandine) sia effettuata preferibilmente in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari, rigettando quindi le assurde direttive della circolare del Ministro Speranza. E siccome queste sono le vere conquiste per le donne ma vengono ostacolate dai mass media e dalle voci progressiste e femministe, a Verona offendevano e bullizzavano la nostra Maria Rachele Ruiu, non avendo altri argomenti su cui dibattere evidentemente”.

E proprio Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita e Famiglia, ha denunciato quanto accaduto in queste ore:

“E successo che ieri – ha dichiarato  – Repubblica (e poi anche il Corriere) abbia deciso di pubblicare una foto del nostro manifesto imbrattato da #NonUnaDiMeno, dando solo a loro la parola e permettendo, di fatto, un vero e proprio shit storm sulla mia persona. E’ forse questo l’agire che suggeriscono quando parlano di libertà delle donne? E io cosa sono? Stessa domanda rivolgo ai deputati Pd, che nella loro pagina, hanno pubblicato un manifesto ‘rivisto e corretto’. E’ stato usato il mio volto per sponsorizzare un messaggio che non solo non condivido, ma combatto. E questa non è violenza? Teoricamente avrebbero dovuto difendermi dalle ingiurie e dal bullismo che ho ricevuto, visto che si battono per questo. A prescindere da tutto, le donne si meritano più dell’aborto e io mi batterò sempre per questo. Il fatto che i manifesti siano stati accolti così come sono stati accolti, mi confermano che oggi, nel 2021 non si può parlare di aborto, se non come dogma”.

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