La prima cosa che viene da pensare è “No dai, deve essere uno scherzo. Sarà l’ennesima bufala”. Poi però questa notizia la vedi rilanciata dall’Ansa, dal Corriere della Sera, dal Sole 24 ore e ti devi arrendere. Biden ha davvero detto che Putin è un assassino. Il leader della prima forza militare mondiale ha accusato il leader della seconda di essere un killer. Il che magari non è una bugia, ma dal presidente degli Stati Uniti ci si aspetterebbe un approccio un po’ più prudente e dialogante, anche per coerenza, considerando che il Paese che guida continua a sostenere capi di stato che hanno parecchi problemi con le uccisioni indiscriminate (ci siamo già dimenticati di Khashoggi?).
A questo punto viene da chiedersi se la frase di Biden sia stata meditata o buttata lì perché il presidente si è fatto prendere alla sprovvista dall’intervistatore, George Stephanopoulos della Abc, che parlando del tentato avvelenamento al dissidente russo Navalny gli aveva detto: “Lei conosce Vladimir Putin. Pensa che sia un assassino?”. A guardare il video sembra che Biden sia perfettamente cosciente della durezza della sua affermazione, anche perché subito dopo rincara la dose dicendo che il capo del Cremlino “non ha un’anima” e “pagherà un prezzo” per essere intervenuto nelle presidenziali americane tentando di impedire la sua elezione. No, almeno in questo caso quello che Trump aveva ribattezzato Sleepy Joe per la sua supposta lentezza e goffaggine nel rispondere agli interlocutori era del tutto consapevole di quanto stava dicendo.
La reazione russa non si è fatta attendere: l’ambasciatore a Washington è stato richiamato in patria, mentre il presidente della Duma Vyacheslav Volodin ha esteso i termini del conflitto scrivendo su Telegram che “Biden ha insultato i cittadini del nostro Paese con la sua dichiarazione”. Biden non poteva non aspettarsi una reazione del genere, quindi viene da chiedersi per quale motivo abbia deciso di usare parole tanto aspre e proprio nei confronti di Putin. In fondo il rapporto del National Intelligence Council che ha ispirato l’intervista accusa anche la Cina e l’Iran di aver complottato per truccare le elezioni, ma Biden non le ha citate.
Va ricordato che secondo il documento Pechino alla fine ha rinunciato a intromettersi perché considerava Trump e Biden ugualmente dannosi, mentre l’Iran avrebbe cercato di danneggiare Trump; così le due dittature asiatiche si sono guadagnate una generosa “dimenticanza” da parte di Biden.
È evidente che alla Casa Bianca non sta a cuore la difesa della democrazia nel resto del mondo; e probabilmente il vero obiettivo dell’attacco non è Putin – che ha reagito in maniera quasi divertita alle parole di Biden, augurandogli “buona salute” – ma l’Unione Europea. Che sta subendo forti pressioni dalla nuova amministrazione Usa perché cambi atteggiamento nei confronti della Russia, magari fermando il completamento del gasdotto Nord Stream sul quale Angela Merkel punta da anni, riducendo le relazioni commerciali con Mosca e imponendo sanzioni simile a quelle volute da Obama nei confronti di Teheran. Insomma il riavvicinamento americano all’Europa, dopo gli anni di indifferenza trumpiana, significa prima di tutto che il vecchio continente non deve permettersi di fare scelte di politica estera che scontentino Washington. D’altra parte, è il messaggio di Biden, come fate ad essere nostri amici se fate affari con un assassino?