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Corpo e aria di Cristian Patanè: uno sguardo sulla pietà

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Gaia è un’operatrice tanoestetica nell’impresa di pompe funebri di famiglia, ovvero colei che si occupa delle cure estetiche e della pulizia dei defunti mentre l’anima se ne va. Un giorno accade qualcosa di inaspettato…

Questa la sinossi del nuovo cortometraggio interpretato da Selene Caramazza e Francesco Colella. In un periodo storico in cui la pandemia ha creato distanze invalicabili e perdite ineluttabili, Corpo e aria di Cristian Patanè ci “mostra” una riflessione sulla morte e sul valore del corpo che si fa simbolo di un’esistenza. Un invito a riappropriarsi del rito funebre, visto come funzionale alla vita degli individui e della comunità. Proprio ora che i corpi senza vita sono considerati oggetti di cui sbarazzarsi velocemente perché contagiosi, il regista siciliano sente il bisogno di riaffermare la funzione catartica (e purificatoria) del rito. Se è vero come afferma Pasolini che “la morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita […] è solo grazie ad una compartecipazione che questo montaggio si compie di senso.

Con uno sguardo “asettico” e il più oggettivo possibile, Patanè seziona i corpi che si presentano stesi nel freddo tavolo operatorio d’acciaio davanti a Gaia. La ragazza con movimenti meccanici, ovattata nella musica tecno che ascolta in cuffia, esegue con distacco ma professionalmente il suo lavoro. I movimenti di macchina ne accentuano la ripetitività facendoli sembrare “normali”. Tutto cambia con l’ultima salma…

Il merito di quest’opera, che si avvale della glaciale fotografia di Daniele Ciprì, che diventa calda solo per mostrare il realismo della morte, è quello di riportare al centro dell’attenzione l’importanza della pietà. Quella verso i defunti è sempre stata uno dei segni dell’elevatezza di ogni popolo e cultura, ha costruito e costruisce la civiltà e il progresso dell’uomo.

Patanè conferma il suo grande talento, Corpo e aria dopo la prima del film  a Corto Dorico, ad Ancona, è stato selezionato in festival internazionali come Bogoshorts Bogotà Short Film Festival (2021), Sanfici – Santander Festival Internacionale de Cine Indipendiente (2022) e al Santa Barbara Internazional Film Festival (2022). La vittoria di quest’ultimo gli permetterebbe di essere candidato agli Oscar 2023. Molto apprezzato all’estero, in Italia (ahimè) la sua opera non ha ricevuto l’attenzione che avrebbe meritato, ma statene sicuri, sentirete parlare di lui.

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