Usa, una storica sentenza: la Corte Suprema si appresta a vietare l’aborto

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Dal giugno prossimo, negli Usa, l’aborto potrebbe essere dichiarato illegale a livello federale. La Corte Suprema si appresta infatti a vietare l’interruzione volontaria della gravidanza , annullando tutte le precedenti sentenze che l’hanno autorizzata, la prima delle quali risale al 1973.

Dire che ci troviamo di fronte a una decisione bomba è dire poco. L’alta giurisprudenza costituzionale americana sancirebbe in questo modo una svolta storica. La legalizzazione dell’aborto rappresenta una delle fondamentali vittorie del movimento “progressista” occidentale, una tendenza  che si diffonde nel mondo grazie al vento che spira da oltre cinquant’anni dagli Usa. È il vento dei cosiddetti “diritti civili” che, dalle battaglie in favore dell’aborto, è poi passato alla richiesta dell’eutanasia, alla promozione dei “matrimoni” gay, alla spinta verso la legalizzazione delle droghe e che arriva oggi all’Inquisizione Lgbt e alla sua intollerabile censura su mass media e mondo culturale.

Sia detto per inciso, i risultati di questo vento storico li constatiamo amaramente negli ultimi decenni nelle società occidentali, dove nascono sempre meno bambini e dove si formano sempre meno famiglie.

Questa sentenza della Corte Suprema Usa rappresenta un segno in controtendenza  e premia le battaglie promosse da quella parte della società americana che ha sempre reagito con forza agli attacchi sferrati alla cultura della vita e della famiglia, a partire dal movimento Pro-Life che è da decenni impegnato in prima fila contro l’aborto e la cultura della morte.

La clamorosa notizia è arrivata da una indiscrezione del quotidiano “Politico” che è entrato in possesso della bozza della sentenza, (la cui ufficializzazione  è prevista per il mese prossimo). Autore del documento è il giudice Samuel Alito, di orientamento conservatore, che fu nominato a suo tempo da George W. Bush (tra i 9 componenti della Corte, i conservatori sono, una volta tanto, maggioranza in un organo giurisdizionale). Nella bozza è scritto che la prima sentenza favorevole all’aborto, pubblicata 49 anni fa e conosciuta come  “Roe vs Wade” è «stata vergognosamente sbagliata fin dall’inizio» e che pertanto va rigettata.

Che succederà a questo punto, dal momento che l’aborto è regolato negli Usa dai singoli Stati? Succederà che questi Stati avranno la possibilità di emanare leggi che vietino l’interruzione volontaria della gravidanza. Ed è assai probabile che lo faranno  fin da subito quelli che hanno già approvato legislazioni restrittive, mentre gli altri, i più permissivi, saranno comunque costretti a dare un  giro di vite.

Gli effetti si annunciano clamorosi e ne vedremo delle belle. C’è solo una perplessità:  le bozze delle sentenze della Corte Suprema devono rimanere segrete. Questa volta invece c’è stata una fuga di notizie, guardacaso…

Il mondo abortista americano si sta già mobilitando. E nelle prossime settimane assisteremo probabilmente a manifestazioni e contestazioni varie. Ma è presumibile anche che neanche i movimenti pro-vita americani rimarranno fermi. L’occasione è unica per far partire un inedito processo. Questa volta non di dissoluzione, ma di rigenerazione.

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