“Per la prima volta un presidente che vince le elezioni, non riesce a vincere le legislative. Il presidente è battuto, disfatto. Adesso lancio un appello al popolo, riversatevi sulle urne domenica prossima”.
Questo l’appello di Jean Luc Melenchon dopo i risultati del primo turno delle elezioni legislative in Francia.
La gauche del Nupes, la coalizione di sinistra che si è presentata unita alle elezioni, e’ arrivata al 25,66% contro il 25,75% dell’Ensemble! del presidente Macron. Un vantaggio solo dello 0,09%.
Come previsto quindi la sfida delle legislative in Francia ha prodotto un testa a testa.
Ma un altro dato negativo e prevedibile è stato quello dell’affluenza alle urne. La partecipazione dei francesi alle votazioni ha raggiunto un minimo storico. Solo il 47%, degli aventi diritto ha espresso il suo voto.
“Siamo di fronte a una confusione inedita…e non possiamo rischiare una instabilità del Paese” lo ha affermato Elisabeth Borne, la premier incaricata da Macron.
Da parte sua Marine Le Pen, ringraziando i suoi elettori, insiste sull’importanza di non dare la maggioranza a Macron.
Le prime proiezioni assegnano alla Nupes fra 170 e 220 seggi e ad Ensemble! una forchetta di deputati compresa fra 270 o 275 e 310.
Nel primo mandato il governo di Macron poteva contare su 341 seggi.
Se la coalizione del presidente non dovesse raggiungere la maggioranza assoluta di 289 all’Assemblée Nationale le difficoltà per la compagine di governo sarebbero pesanti.
Le riforme promesse e annunciate durante la campagna elettorale dal presidente potrebbero essere ostacolate.
Come quella per l’età pensionabile che il capo dell’Eliseo vorrebbe aumentare a 65 anni contro la sinistra che al contrario vorrebbe mandare le persone in pensione a 60 anni.
Per la vittoria fondamentale sarà il numero di circoscrizioni in cui ci saranno scontri diretti tra Ensemble! e Nupes e quelli in cui il ballottaggio prevede invece un duello a tre, per esempio con la Rassemblement National di Marine Le Pen.
Nel sistema delle legislative francesi al secondo turno di solito la “riserva di voti” favorisce di più i partiti di centro piuttosto che gli “estremi” sia di destra che di sinistra.
Ed è naturalmente quello che all’Eliseo sperano succederà domenica prossima con il secondo turno.
di Sofia Barilari