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Assassinio di Shinzo Abe: chi c’è dietro?

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L’8 giugno scorso l’ex premier, tra i più longevi del Giappone, Shinzo Abe, stava tenendo un comizio elettorale a Nara, città del sud del Giappone, a sostegno del partito liberal democratico. Un uomo da dietro ha estratto una pistola artigianale e ha esploso due colpi che hanno raggiunto Shinzo Abe al torace, uno proprio al cuore.

L’uomo che lo ha colpito si chiama Tetsuya Yamagami, ha 41 anni ed è un ex membro della marina delle forze di autodifesa territoriale. Shinzo Abe è stato ricoverato in ospedale, ma vi è giunto già privo di vita. L’assassino è stato prontamente arrestato dalle forze di sicurezza presenti nel luogo del comizio.

Il Giappone è sotto shock! Il paese asiatico infatti è uno dei luoghi più sicuri al mondo. Con i suoi 130 milioni circa di abitanti su un territorio poco più vasto dell’Italia, vanta una media di omicidi all’anno inferiore ai cento, ancora meno episodi di violenza sessuale e furti quasi inesistenti. Questo omicidio eccellente cambierà probabilmente per sempre i parametri di sicurezza e i giapponesi dovranno abituarsi a maggiori controlli di polizia, con relativa diminuzione del grado di libertà dei cittadini.

Shinzo Abe non era un politico qualunque, ma un uomo importantissimo. Nei numerosi anni in cui è stato primo ministro del Giappone – dal 26 settembre 2006 al 26 settembre 2007 e dal 26 dicembre 2012 al 16 settembre 2020 – ha promosso una politica economica nota come “Abenomics”, basata su allentamento monetario, stimolo fiscale e riforme strutturali.

Ha inoltre cercato a lungo di modificare la costituzione pacifista giapponese per avviare un massiccio riarmo del paese. E’ sempre stato un alleato fedele degli Usa e ha condiviso con Joe Biden la visione di un “Indo-Pacifico libero e aperto”, tanto da aderire all’alleanza “Quad”, finalizzata a contrastare l’ascesa economica e militare della Cina.

Quando si verifica un omicidio eccellente i media mainstream si affrettano a definirlo “il gesto di un folle”.

E invece no, l’assassinio di Shinzo Abe è stato pianificato nei minimi dettagli ed è il segno evidente di uno scontro fra lobbies molto potenti. Lo si evince dai dettagli della vicenda:
1. l’assassino è un ex militare che sa usare le armi;
2. l’assassino ha usato un’arma di tipo artigianale per eludere i controlli;
3. c’è una falla evidente nella sicurezza, dal momento che l’omicida è stato lasciato libero di avvicinare la vittima alle spalle;
4. la motivazione del gesto violento, addotta da Tetsuya Yamagami è un chiaro tentativo di depistaggio.
Se si può dare quasi per certo che questo assassinio provenga dalle alte sfere, però è davvero difficile, per non dire impossibile individuare i mandanti. Chi e perché ha voluto uccidere Shinzo Abe? Forse qualche indizio emergerà nel prossimo futuro.

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