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Paolo Ganz: di mare, migrazioni e diffusa poesia

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Esce per Storiedinote.fr Borges, Atahualpa e le magiche lune, un vero e proprio concept album che ha al suo interno tanti riferimenti letterari cruciali, oltre che essere un dolce omaggio all’amico e maestro Ivo Pavone, al quale è dedicata la title track: l’omonimo brano, e un po’ tutto il disco, ripercorre i dialoghi vista mare – sulla sua terrazza in faccia all’Adriatico, “sporta nel cielo come un ballatorio” – e le passioni che li accomunava: la musica, letteratura e l’incredibile capacità di immaginare e raccontare di Hugo Pratt.

Tra scrittura onirica di Borges e la poesia in musica del cantautore argentino Atahualpa Yupanqui, l’artista ci racconta di viaggi, isole, facendoci viaggiare tra la mitologia greca e l’Argentina, soffermandosi sulla sua amata Venezia, che resiste ancora agli insulti del tempo e dell’uomo.

 

Mare, musica e poesia sono le parole chiave del nuovo disco di Paolo Ganz, un viaggio nelle infinite sfumature blu della tradizione mediterranea in cui l’artista ci trasporta attraverso sonorità travolgenti ed evocative. Il mare incanta, il mare uccide – come riporta nel brano Gente d’Oltremare sul Mediterraneo: mare speranza per molti, mare tomba per troppi -, commuove, spaventa, lenisce i dolori e seduce; il mare è il comune denominatore dell’intera colonna sonora, in quanto “[…] testimone dei nostri discorsi e dei nostri sogni. Perché Ivo Pavone – alla veneranda età di 91 anni – riusciva ancora a sognare.”

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