Con il 2023 alle porte, il Governo di Giorgia Meloni si prepara ad un capodanno tranquillo e spensierato, con la manovra approvata al Senato, una maggioranza che appare sempre più unita e la certezza di essere riusciti a raggiungere tutti e 55 gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con scadenza il 31 dicembre 2022.
I primi due mesi della XIX legislatura sono stati indubbiamente turbolenti: l’iniziale lontananza tra le forze di governo su alcune posizioni e l’opposizione estremamente dura e intransigente sulle proposte presentate dal centrodestra non hanno facilitato l’attività parlamentare. Nelle circa 50 sedute convocate, il Parlamento ha approvato 2 leggi: la prima, il 17 novembre 2022 è il decreto aiuti-ter contenente un ampio numero di misure in favore di imprese e lavoratori; il 16 dicembre è stato invece convertito in legge il DL riguardante il personale militare della NATO e il servizio sanitario in Calabria.
Non si dica però che deputati e senatori stanno con le mani in mano! Infatti, tra maggioranza e opposizione sono state presentate più di 1100 proposte di legge, che saranno discusse, o ritirate, nel 2023.
Sono invece 9 i decreti legge presentati da Giorgia Meloni, l’ultimo dei quali, approvato nella giornata di ieri, è il controverso “Decreto Rave”, arrivato al voto nell’ultima giornata possibile prima della sua decadenza, con Fontana costretto a utilizzare lo strumento della ghigliottina per farlo votare immediatamente.
Il Decreto non impedisce solo i rave party, ma permette anche il reintegro dei medici e di tutti gli operatori sanitari no-vax.
La vera rivoluzione del Governo Meloni sarà quindi rinviata al 2023, con la manovra che metterà in atto numerosi dei punti programmatici presentati dal Presidente del Consiglio durante la campagna elettorale. Il taglio del cuneo fiscale, l’abolizione graduale del Reddito di Cittadinanza, la flat tax al 15% sui redditi fino a 85.000 euro… queste sono solo alcune delle misure che il governo di centro-destra attuerà l’anno prossimo. Il 2022 della Meloni finisce quindi col sorriso e la consapevolezza che l’anno prossimo sarà decisivo per la sua storia come presidente.
Riccardo Maria Losacco