Un personaggio diventato il simbolo ideale, per le tante diverse valenze, del principe umanista tanto fulgido da diventare “il Magnifico” fu, per tutta la durata della sua purtroppo breve vita, il baricentro politico di quel precario equilibrio tra gli stati e i piccoli regni che formavano l’Italia del tempo. Lorenzo de’ Medici seppe tenere i fili di quel tessuto, molto complesso sia per il disegno sia per la trama, che era l’Italia, il paese più complicato di tutta l’Europa.
Un paese talmente al centro di una quantità di interessi che richiedeva un vero e proprio calcolo di pesi, per mantenere l’equilibrio delle forze. Al centro del paese c’era la sede della Chiesa Cattolica, detta appunto di Roma, che estendeva il suo influsso e la sua egemonia fino ai limiti estremi dell’Europa cristiana. Un paese così ricco e strategico da interessare tutte le grandi potenze che lo circondavano geograficamente e politicamente, da Spagna e Francia all’ Impero Ottomano. E tutti i governanti spingevano le rispettive diplomazie a sottoscrivere trattati e accordi commerciali e a fare e disfare alleanze politiche in base agli interessi del momento. E fu lui che seppe tessere la complicata trama di questo impercettibile ma ferreo equilibrio tra le potenze. Come, restando in tema di telai, seppe costruire quel tessuto che sarebbe stato a tessitura ultimata, la meraviglia ineguagliabile che fu il Rinascimento. Seppe unire, da vero genio, il gusto del bello e l’amore per l’arte con il potere del denaro. Così ebbe la possibilità di commissionare senza problemi opere agli artisti del tempo, come i quadri innumerevoli del Botticelli o le sculture di Michelangelo, o addirittura la costruzione di opere in muratura come cappelle o chiese.
A ognuno di questi “prodotti” il “Magnifico” dette il nome o perlomeno la sua impronta. In tutte quelle opere si leggono gli stilemi della nuova perfezione ideale, il nuovo stile che, ripreso dall’antichità classica dai due giganti dell’architettura Leon Battista Alberti e Filippo Brunelleschi, ne riproponeva l’aurea perfezione dei numeri e delle proporzioni in un nuovo equilibrio che vedeva l’uomo al centro dell’universo, perfetta sintesi di spirito e materia, armonizzando anche l’eredità classica con il contemporaneo cristianesimo. Fu un’operazione di dimensioni immense, che segnò una svolta epocale nella storia della civiltà occidentale. E proprio in quel momento la Toscana e in particolare Firenze furono, con Lorenzo che le governo’ per un breve ma intensissimo periodo, i protagonisti del grande rinnovamento che interessava tutta la società, dalla rinascita economica e finanziaria, all’applicazione delle nuove tecniche agricole e alla riorganizzazione dello stato. Ma fu nel campo artistico che si ebbe il massimo del risultato possibile, in termini di prodotto!
Non si era mai visto niente di simile dai tempi di Pericle e di Atene. E tutto fu trasformato e rifondato: la pittura, la scultura e l’architettura, con un influsso così importante che ancora è parametro di bellezza e perfezione. E possiamo, con Caterina Sforza, dire che “Natura non produrrà mai più un simile uomo”.