“Chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, si mostra nudo o compie atti osceni è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni”. Questo è ciò che prevede la proposta di legge presentata alla camera dal deputato di Fratelli d’Italia e viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Nello specifico, la proposta prevede un apporto modificativo all’articolo 527 del codice penale in materia di atti osceni.
Fin da subito molti non hanno colto in toto il contenuto della proposta. Difatti tanti hanno pensato ad un riferimento alla prostituzione, ma la smentita da parte di Cirielli non ha tardato ad arrivare: “ la mia proposta di legge non c’entra niente con la prostituzione. La proposta prevede la ri-penalizzazione degli atti osceni in luogo pubblico, che erano stati de-penalizzati dal ministro Orlando. Con la mia proposta di legge gli atti osceni tornano ad essere reato”.
È quindi evidente che la proposta Cirielli è riuscita a scardinare gli equilibri giuridici e sociali correnti, tanto da riuscire a riportare all’attenzione un grande tema: il decoro pubblico. Si tratta di una tematica di discussione certamente antica, ma al contempo mia obsoleta.
Difatti alla luce della vicenda attuale, l’opinione pubblica presenta opinioni fortemente contrastanti, data la soggettività del dibattito. In questo senso da un lato vi sono i sostenitori delle libertà individuali in tutte le sue forme ed espressioni; dall’altro i difensori del buon costume.
I primi difendono a spada tratta la dimensione individuale, affermando che essa in quanto tale, deve essere circoscritta solo nei casi strettamente necessari, al fine di impedire particolari limitazioni all’interno dell’espressività personale.
Allo stesso modo, anche i cosiddetti difensori del buon costume, hanno attribuito una solida importanza alle libertà individuali, ponendo però un quesito: Cosa accadde quando la lesione al decoro pubblico deriva proprio dal troppo spazio d’azione lasciato alle libertà del singolo?
La questione è senz’altro complessa e vede scontrarsi due elementi tanto complementari quanto disgiunti, ovvero il pubblico e il privato. In questo senso, questa seconda corrente di pensiero, ha proposto che in merito al tema è necessario agire secondo misura.
Si intende, in questo senso, l’assunzione di un’azione ponderata e giusta, laddove non è in gioco soltanto la propria libertà individuale ma anche quella altrui. E’ quindi chiaro che la polemica che si è creata intorno alla proposta Cirielli si configura solamente come l’ultima puntata di uno scontro ormai secolare.