Dimissioni al femminile: politica machista o desiderio di famiglia?

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Negli ultimi giorni un susseguirsi di dimissioni politiche, da parte di illustri donne al potere, ha attirato l’attenzione dei mass media. Numerose le protagoniste di questa vicenda, tra le più importanti possiamo elencare le ex premier scozzese e neozelandese, rispettivamente Nicola Sturgeon (nella foto) e Jacinsda Ardern, e l’ex CEO di YouTube, Susan Wojcicki.

Stando alle dichiarazioni emesse da queste ultime, sembrerebbe che le motivazioni delle spiazzanti dimissioni siano da ricercare nella stanchezza e sopraffazione che, spesso, la vita politica comporta. Uno scenario molto simile e, per questo, anche sospetto, che ha portato non pochi a riflettere sulle vere motivazioni della rinuncia al loro incarico politico o amministrativo.

Come in ogni situazione, gli esperti della critica, hanno sollevato innumerevoli tesi più o meno attendibili, ma le più gettonate sembrano essere due.

C’è chi ritiene che si debba ancora una volta chiamare in causa quella famosa caratteristica che tutti noi conosciamo come maschilismo. Sembrerebbe infatti che, nel 2023, la carriera politica delle donne sia ancora molto più difficile e faticosa da portare avanti rispetto a quella degli uomini. Questo a causa dell’elevato numero di figure maschili nello scenario governativo della maggior parte dei paesi e che, spesso e volentieri, rendono l’avanzamento delle donne in politica ripido e tortuoso e, a volte, insostenibile.

D’altra parte però c’è chi smentisce questa tesi affermando che le donne hanno la stesso valore e considerazione degli uomini, almeno nelle società occidentali e che, l’unico motivo per la quale molte di loro ricorrono alle dimissioni è unicamente da ricercare nella famiglia.

A tal proposito si fa riferimento a quanto affermato dall’ex premier neozelandese che, durante la conferenza stampa dove annunciava le dimissioni, avrebbe chiesto al suo attuale compagno di sposarla. In questo caso quindi una famiglia da costruire, ma non per forza, nel caso della Wojcicki ad esempio una famiglia già c’è, il desiderio potrebbe quindi essere quello di passare più tempo con essa.

Quindi chissà, forse l’effimera soddisfazione che deriva dai successi politici ha convinto numerose donne che la vera felicità si trova nelle piccole cose, nel passare più tempo con i propri figli piuttosto che con il proprio marito, rinunciando alla propria carriera politica. Ottima osservazione, attenzione però a non cadere anche qua nella trappola maschilista, ma questa è un’altra storia.

Di Francesca Pandolfi

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