Nuova generazione, nuove regole, nuove libertà e nuovi problemi. Ormai divenuti l’oggetto più irrinunciabile delle nostre vite, i cellulari ci accompagnano nella quotidianità, sottoponendoci a input più o meno volontari. Uno strumento a nostra disposizione che a sua volta ci strumentalizza, ma di cui non riusciamo più a fare a meno.
Da che età possiamo essere considerati in grado di sfruttare a pieno tutti i benefici che la tecnologia ci offre? Come affrontare l’ingresso degli schermi nella vita degli ormai nativi digitali? L’utilizzo della tecnologia da bambini è da reputarsi una cosa positiva?
Un dispositivo di importanza non indifferente nell’ambito della reperibilità, il cellulare dà la possibilità a grandi e piccini di avvertire immediatamente e chiedere soccorso in caso di pericolo.
Una caratteristica piuttosto utile a partire già dai primi anni della comunicazione infantile. Gli aspetti positivi non terminano qui: durante l’utilizzo del cellulare, il cervello produce dopamina, provocando felicità nel breve periodo anche ai più piccoli utenti. Divertimento momentaneo che col tempo potrebbe tramutarsi in una precoce dipendenza dal digitale…
Ed è qui che emergono dirompenti le problematiche relative all’ uso di tali dispositivi quali: insonnia, difficoltà acuite nella socializzazione, perdita del contatto col mondo esterno, problemi di comunicazione, ritardi cognitivi come quello nell’apprendimento e scatti d’ira.
Ma non solo; nei bambini più “grandi” i contenuti diffusi su internet potrebbero condurre ad una possibile istigazione alla violenza, nonché all’accentuazione di insicurezze, paure e nel peggiore dei casi condurre all’autolesionismo.
Un’arma da maneggiare con cautela, quella del precoce e troppo brusco contatto con la “realtà del web” che limita anche il desiderio di fantasia e d’immaginazione.
Dov’è situata la soluzione? Nonostante non vi sia una risposta univoca a tale quesito, vi sono alcune alternative da reputare valide come: una completa rinuncia, un uso supervisionato, una limitazione nel tempo di utilizzo, o un cellulare senza Internet…
Maria Longobardi