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Maneskin: talento da vendere o astuzia da like?

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Marzo 2021, 71° edizione del festival di Sanremo, standing ovation per il nuovo gruppo musicale che, di li a poco, avrebbe dominato la scena nazionale ed internazionale: i Maneskin.

La giovane band attiva dal 2015, prima di salire sul palco dell’Ariston, ha però affrontato un lungo cammino di “avanzamento” -se così vogliamo dire- che l’ha vista partire letteralmente da zero.

Infatti, per chi se lo fosse dimenticato, i 4 ragazzi Romani hanno intrapreso la loro carriera facendo musica per le strade della capitale la quale, per svariati anni, è stata l’unico palcoscenico che i giovani avessero a disposizione. Due anni dopo, nel 2017, tentano la sorte ad Xfactor che, purtroppo, non gli conferisce la vittoria ma bensì un banale terzo posto. I ragazzi non si arrendono, continuano per la loro strada che, nel marzo dei 2021, li porterà ad una vittoria senza precedenti: il primo posto al festival di Sanremo.

Tutto sommato, nonostante il loro stravagante modo di fare, sono molto amati dal pubblico Italiano ed amatissimi dal pubblico internazionale tanto da riempire gli stadi non solo in Italia, bensì anche all’estero.

In realtà la domanda che un pò tutti si pongono non è tanto da chi sono amati bensì perché. Qual’è il motivo di tutto questo seguito? C’entra soltanto il talento?

Sembrerebbe che i veri amanti della musica rock and roll abbiano trovato delle vere somiglianze a livello musicale con alcuni gruppi rock del passato, come ad esempio i Deep Purple. Addirittura c’è chi invece ritiene che l’abbigliamento dei Måneskin non si discosti di molto da quello utilizzato dai Cugini di Campagna. È forse un caso?

Ecco allora che l’opinione pubblica inizia a chiedersi se l’effettivo successo della band sia da ricercare in un invidiabile talento o in un’ipotetica forte spinta da parte del sistema mediatico dominante. Una cosa è certa, i Måneskin non prevalgono soltanto sulla scena musicale, sono molto influenti anche dal punto di vista culturale. Attraverso i loro brani stanno portando avanti un’opera di “sdoganamento” di alcuni concetti che nella nostra società sembrano, alle volte, essere ancora un tabù, come ad esempio la questione Gender.

Chissà se è proprio questo il motivo del loro successo.

Francesca Pandolfi

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