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Asili nido in crisi, quando fare figli non conviene

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In Italia mancano asili nido, eppure la natalità è in fase di crisi, questo il grande paradosso di un paese in difficoltà.

Il calo demografico in Italia rappresenta un problema di primo ordine per la società, presente e futura. Gli ambiti di discussione sono tanti, ma quanti di questi invece ci sfuggono?

Un esempio è rappresentato sicuramente dalla tragica percentuale di posti disponibili negli asili nido rispetto ai bambini di età inferiore ai 3 anni. Secondo gli ultimi dati ISTAT(https://www.istat.it/it/archivio/asili+nido), la media italiana è del 25% circa, una tra le più basse in Europa.

Nettamente al di sotto delle aspettative per l’ Unione Europea, l’analisi regionale dei dati spaventa ancora di più.

Solo le città più grandi, infatti, risultano in linea con gli standard europei, mentre le province più piccole arrancano su numeri scoraggianti.

Ancora una volta è il Sud Italia a destare preoccupazioni maggiori, con percentuali di posti autorizzati che galleggiano intorno al 13% e che portano con sé a mó di domino una serie di conseguenze indirette sullo sviluppo familiare; altro tema delicatissimo del dibattito nazionale.

Oltre a giocare una carta fatale sul banco della natalità, la crisi degli asili nido compromette anche le scelte di vita dei genitori, più in particolare, sembrano essere ancora le donne le vittime principali.

Per ogni bambino rifiutato, infatti, un genitore è costretto a sacrificare in qualche misura la sua carriera lavorativa ed ecco che cade un altro macigno sugli incentivi alla natalità.

L’obiettivo del governo deve essere oggi piu che mai quello di resuscitare il settore con il supporto del Pnrr.
È cruciale, nell’incertezza di questo post pandemia, lavorare ad una soluzione a questo problema che, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, causa ripercussioni ben visibili sulla società intera.

In altre parole, è necessario che fare figli torni ad essere un’opportunità, non un sacrificio.

Gianluigi Gazerro

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