Forse, qualcosa sta davvero cambiando in ambito di coscienza sociale e crisi climatica.
Sono ancora una volta i sondaggi provenienti dai nostri cugini inglesi a confermarci i dati. Secondo una recente indagine, infatti, su 6 mila ragazzi appartenenti alla cosiddetta Gen Z, circa un terzo avrebbe rifiutato un buon posto di lavoro per via dei bassi standard ecologici dell’azienda.
Secondo un sondaggio svolto invece su più di 20 mila ragazzi e ragazze in giro per il mondo dalla Yale School of Management, il 51% degli intervistati sarebbe disposto a rinunciare ad uno stipendio maggiore a favore dell’ecosostenibilitá.
Sono numeri che indicano un chiaro cambiamento di rotta sul piano del Green, un cambio di direzione che sta partendo dalle nuove generazioni ma si dimostra pronto a combattere il più grande nemico del clima: l’indifferenza.
Tra scetticismo e disinteresse, infatti, il cambiamento climatico ha assunto negli anni la forma di un grande mostro che però, a differenza di ciò che dovrebbe, sembra risultare innocuo agli occhi di molti. Il rischio è quello di iniziare a preoccuparsene troppo tardi.
Se ci sono grandi fette di popolazione a cui chiudere un occhio conviene però, c’è anche una nuova categoria di persone, in gergo chiamati “Climate Quitters”, pronti a sabotare dal basso il ben radicato sistema di cecità redditizia.
È un fenomeno nuovo, quello dei Climate Quitters, ma che potrebbe diventare un vero e proprio movimento. A quel punto, la barriera dell’ipocrisia sarebbe abbattuta e l’attivismo climatico smetterebbe di essere considerato come un semplice mucchio di parole non pesate, perché quando c’è di mezzo il denaro, tutto diventa più realistico.
Ovvio è che i dati raccolti non sono sufficienti a dichiarare ufficiale l’avvento di un nuovo movimento su scala globale, tuttavia gli esperti confidano che questi numeri, insieme ad una buona spinta da parte dell’informazione pubblica e degli attivisti per il clima, possano essere segno di una nuova e sostenibile prospettiva.
Dunque possiamo dire che la direzione presa questa volta sembra essere quella giusta. In fondo, la società odierna ha bisogno di un martire per alzare la testa, e quando ad essere sacrificati sono i soldi, allora sono tutti più attenti.
Gianluigi Gazerro