Sicuramente Reginald Pole, cardinale inglese e cugino di Enrico VIII, visse in uno dei periodi storici più complessi e tormentati che l’umanità abbia mai visto. Quasi un vero e proprio intrigo internazionale, la sua esistenza, da fare invidia ad Alfred Hitchcock!
Nella società europea del tempo, la secolare potenza della Chiesa di Roma era stata messa in discussione e in ogni classe sociale si dibatteva di aspetti religiosi e teologici, questo naturalmente dopo che Lutero aveva osato sfidare il Papa… Ma la verità era che l’invenzione della stampa, da parte di Gutenberg, aveva reso possibile una cosa del genere, una tale diffusione di libelli e manifesti non si era mai vista prima nella storia, aprendo la possibilità di conoscere anche a classi diverse dagli addetti ai lavori, come il clero o i teologi.
Anche nella Chiesa Cattolica c’era chi sosteneva la necessità di una riforma, sia del clero, sia più squisitamente teologica. Il dogma della transustanziazione dell’Eucaristia era stato un punto centrale della riforma protestante. Raffaello lo aveva dichiarato esplicitamente nel suo affresco “La Disputa del Sacramento”, mettendo l’Ostia al centro della composizione, nel punto esatto di convergenza della prospettiva… Certo su indicazione della Gerarchia ecclesiastica, ovviamente. Reginald Pole era tra i più convinti della necessità di una riforma, più che altro per un ritorno ai valori del Vangelo e della spiritualità della chiesa dei primi cristiani. Di questo gruppo così spirituale facevano parte anche personaggi celeberrimi come Michelangelo e Vittoria Colonna, alti Prelati e aristocratici e persino dei Cardinali di Curia. Ma non erano tempi facili, e sostenere una tesi generava conflitto e si poteva anche essere accusati di eresia e perseguitati.
I gruppi in campo erano quello protestante, che era più diffuso nell’Europa del nord, che in larga parte aveva abbracciato le tesi di Lutero ribellandosi a Roma, e quello cattolico, che comprendeva l’Europa del sud, con chiaro riferimento alla Santa Sede a Roma e alla Spagna, suo acceso alleato e sostenitore. Grande ago della bilancia politico-religiosa, fu la Francia, proprio per la sua posizione geografica, che ne fece un baricentro importante per più secoli nella lotta tra cattolici e protestanti. Pur essendo un paese profondamente cattolico, si barcamenarono tra le diverse parti, per convenienza politica e di supremazia militare, proprio due cardinali: Richelieu e Mazzarino, che erano i primi ministri del Re, spesso appoggiarono la parte protestante, creando non poco disappunto a Roma. Ma la politica è un gioco di equilibri e tutto nacque nel secondo Cinquecento, dove tutto si concentrò e dove si consolidò questa separazione insanabile che dividerà la chiesa, l’Europa e tutto il mondo cristiano. Pole cercò con molti altri Prelati e teologi di ricucire lo strappo con il mondo protestante, ma il quadro generale era davvero impossibile. Enrico VIII cercò di farlo eliminare perché poteva addirittura rivendicare un lontano diritto al trono di Inghilterra, essendo lontano parente del re… Figuriamoci, questo era sicuramente il desiderio del Papa, ma non era facile che si realizzasse.
Quando divenne Papa Paolo IV Carafa, l ‘intransigenza sali al potere e avvenne la rottura definitiva con il mondo protestante. Come reazione si ebbe la nascita della Controriforma che fu lo sforzo immane, da parte della Chiesa di Roma, di riconquistare il terreno perduto e che produsse anche nuove conquiste per la causa cattolica nei territori di missione, fino a luoghi lontani come la Cina e il Giappone.
Ma Pole, chiamato da Maria Tudor in Inghilterra quando sali al trono, si adoperò per la restaurazione del cattolicesimo, diventando il primate di questo paese e cercando di fare il possibile, assieme alla regina, per riportare l’Inghilterra all’unione con la chiesa di Roma.
Certo, il sistematico saccheggio dei beni ecclesiastici aveva fatto arricchire molti borghesi o furbi “riformati” e le convinzioni religiose spesso cambiavano rapidamente in base agli interessi! La morte, incredibilmente vicina, della regina e del cardinale, a distanza di poche ore, mise fine ad ogni tentativo di riconciliazione con Roma e la salita al trono di Elisabetta segnò in seguito il definitivo distacco da Roma e la successiva “statalizzazione” della chiesa anglicana.