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Kinzhal vs. Patriot 1 – 0: la guerra missilistica

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Non è una partita di calcio. Kinzhal e Patriot non sono squadre sportive, ma sistemi missilistici di difesa antiaerea e antimissilistica, che possono diventare anche strumenti di attacco. Il primo è russo e significa “pugnale”, il secondo è statunitense e significa “patriota”.

Il sistema Kinzhal russo consta di un missile ipersonico di ultima generazione molto sofisticato. Il suo lanciatore può farlo volare ad un’altitudine incredibile, tra i 20 e i 40 chilometri nell’atmosfera terrestre. Il suo volo non ha una traiettoria prevedibile, in quanto quest’ultima può essere modificata da remoto. Quando si avvicina all’obiettivo, il Kinzhal plana quasi verticalmente come una meteora, raggiungendo una velocità sbalorditiva per un oggetto del genere, tra le 10 e le 12 volte la velocità del suono. Ma non si incendia durante la caduta, come le normali meteore, perché è rivestito di materiali speciali che lo proteggono dal calore. Quando attinge il bersaglio provoca un impatto devastante.

Anche il sistema di difesa aerea statunitense Patriot è uno dei più avanzati al mondo. E’ dotato di eccellenti sistemi radar e di controllo. Tanto che per il suo funzionamento necessita di personale militare altamente specializzato.

Il 16 maggio, durante un massiccio attacco missilistico russo su Kiev, il sistema di difesa americano Patriot è stato distrutto da un missile russo Kinzhal. Prima di essere distrutto il Patriot ha reagito con un fitto lancio di missili – cosa tipica del sistema di difesa aerea americano – che sono andati quasi verticalmente verso l’alto. D’altra parte, si trattava di intercettare il “pugnale” russo, che nella fase finale della sua traiettoria si tuffa quasi verticalmente sul bersaglio. Patriot ha sparato così una trentina di missili, secondo i corrispondenti militari russi, ciascuno del costo di 4 – 5 milioni di dollari, mentre il lanciatore ha un costo di circa 500 milioni di dollari. Perciò la notte del 16 maggio 700 milioni di dollari circa di materiale bellico, fornito dagli Usa all’Ucraina, sono andati in fumo in un colpo solo.

I funzionari della Difesa Usa sono stati costretti a confermare che uno dei sistemi Patriot è stato colpito dai russi, ma hanno cercato di minimizzare il grado di devastazione dell’attacco.

Questo evento va ben al di là di una banale schermaglia militare e manda definitivamente in pensione (si spera) la dottrina militare elaborata dalla Nato del primo attacco nucleare devastante, che decapita la catena di comando del nemico e impedisce una rappresaglia.

Se gli americani attaccassero la Russia con armi atomiche, la risposta russa sarebbe inesorabile. E, considerato il fatto ormai acclarato che i vettori missilistici russi non sono intercettabili dai sistemi di difesa americana, tutti i missili russi armati di testate nucleari andrebbero a segno e la mutua distruzione reciproca sarebbe assicurata al 100%. Ci si augura che ciò possa allontanare lo spettro di un conflitto atomico.

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