/

Caro affitti: gli studenti acquistano terreno

2 minuti di lettura

Milano, Roma, Cagliari, e adesso anche Torino, Firenze, Pavia. La protesta degli studenti contro il caro affitti si sta allargando a molte città d’Italia, e questa volta si realizza con una modalità particolare: piazzare una tenda di fronte all’università e mettersi a dormire lì, per portare all’attenzione il problema dell’emergenza abitativa.

Lo slogan è: “Senza casa, senza futuro”. Ad iniziare la protesta è stata la studentessa Ilaria Lamera, che il 4 maggio ha piantato la sua tenda fuori dal Politecnico di Milano spiegando: “I costi di Milano non permettono a studenti con famiglie normali alle spalle di prendere stanze in affitto. Io avevo trovato singole da 700 euro spese escluse, non potevo permettermele”.

Al problema del caro affitti il Governo ha risposto sbloccando 600 milioni di euro per arginare la necessità di posti letto. Lo stesso MUR ha fatto sapere che la ministra Bernini ha firmato un decreto, in attuazione delle misure previste proprio dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per l’istituzione di un gruppo di lavoro interministeriale per la formulazione di proposte utili a garantire e potenziare il diritto allo studio. Inoltre, per accelerare sulla risoluzione dell’emergenza in corso, la Bernini ha comunicato di aver avviato un confronto con gli Enti locali per individuare soluzioni congiunte per gli alloggi degli universitari. Mentre, nelle prossime ore, verrà lanciata una manifestazione di pubblico interesse per una ricognizione di possibili strutture dismesse da poter convertire ad alloggi universitari da mettere a disposizione degli atenei.

Nel frattempo agli studenti è arrivato l’appoggio da Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra ha dichiarato: “Noi come istituzioni abbiamo il dovere di ascoltarli. Una società che non investe sui giovani è una società che non investe sul proprio futuro”, sottolineando che il caro affitti è “una cosa gravissima su cui è necessario intervenire immediatamente perché rischia di compromettere il diritto allo studio”.

Anche Nicola De Luigi, esperto di residenzialità per studenti, per sostenere e giustificare le proteste contro il caro affitti ha spiegato: “Come fanno gli studenti a sostenere il loro percorso di studio? Tramite il principale ammortizzatore sociale usato nel nostro paese: la famiglia. Il concetto di meritocrazia svanisce, perché il solo merito e privilegio è quello di avere una famiglia alle spalle in grado di sostenere i costi dell’accesso all’università”.

In effetti, la protesta degli studenti contro il caro affitti è una battaglia per l’università come diritto e non come privilegio e per questo il tema del caro affitti è potenzialmente esplosivo, perché ribadisce che l’istruzione superiore e specialistica deve essere per tutti. Tra l’altro, con la nascita della Repubblica nel 1946 e l’entrata in vigore della Costituzione nel 1948, lo Stato ha l’obbligo di garantire la parità di accesso all’università per gli studenti meritevoli e privi di mezzi.

Eppure, ancora oggi esistono criticità strutturali e le disuguaglianze che continuano a colpire gli studenti, tanto che la probabilità di proseguire gli studi dopo le superiori fino a completare l’università dipende ancora dal contesto socio-culturale ed economico di origine. Gli universitari, dal canto loro, hanno continuato a protestare perché il diritto all’alloggio è, al tempo stesso, il diritto allo studio. Senza questi si potrebbe parlare di democrazia costituzionale?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Calcio: Roma. Dall’Inghilterra “Mourinho è prima scelta Psg”

Articolo successivo

Gp Fioretto a Shanghai, 11 azzurri nel tabellone principale

0  0,00