Chirurgia estetica: scorciatoia di bellezza o nuova pandemia di insicurezza?
Dopo il maggiore snellimento nei processi e una più ampia discrezionalità lasciata ai dentisti per eseguire mini interventi facciali di medicina estetica, arriva anche la mozione presentata dal centrodestra per togliere l’IVA sulle operazioni di chirurgia estetica. La motivazione dietro tale proposta? Il benessere psicologico che deriverebbe dagli interventi di chirurgia estetica.
Ma siamo sicuri che situazione non ci stia sfuggendo di mano?
Foto perfette sui social, filtri che stravolgono completamente i connotati dei nostri volti, influencer che si mostrano sempre impeccabili e nelle pose giuste. Il tragico rischio di essere condizionati e motivati al raggiungimento di questi canoni di “perfezione” non è mai stato così reale e tangibile…
I dati parlano chiaro: è presente una correlazione tra l’ incremento e l’ abbassamento dell’età degli interventi di chirurgia estetica e lo sviluppo dei social network. Americane minorenni intervistate che sognano già dai 14 anni di rifarsi il seno, TikToker italiane che hanno già proceduto a interventi di rinoplastica e filler appena maggiorenni.
Ai canoni irraggiungibili e alle insicurezze iniettate nelle nuove generazioni, si affianca la paura di invecchiare diffusa soprattutto nelle donne.
Sensazioni di momentaneo miglioramento di sé, che lasciano immediatamente spazio per nuovi sguardi ancora più critici verso le nostre “imperfezioni”.
Quelli che prima erano visti come caratteri distintivi nel volto o nel fisico ora vogliono essere uniformati con l’ “aiuto” della medicina estetica.
Chissà se oggi anche Cleopatra si sarebbe rifatta il naso… E Dante?