L’ultima riunione del gruppo dei sette-G7 si è conclusa domenica 21 maggio a Hiroshima, Giappone. La scelta del luogo del vertice internazionale non poteva essere più infausta, poiché a Hiroshima è stata sganciata una bomba atomica durante la seconda guerra mondiale – caso unico nella storia. Il sito è stato scelto appositamente? Non si sa. L’esito del vertice, però, si è dimostrato davvero esplosivo, il G7 ha posto degli ultimatum alla Cina con maniere estremamente dure. I leader del G7 hanno infatti messo in guardia la Cina in merito alle sue “attività di militarizzazione” nel Mar cinese meridionale e orientale; hanno esortato Pechino a fare pressioni sulla Russia affinchè cessi la sua aggressione militare con il ritiro incondizionato dall’Ucraina; hanno, infine, ribadito l’importanza di pace e stabilità nello stretto di Taiwan, invitando la Cina a risolvere con mezzi pacifici le questioni con Taipei. Queste dichiarazioni tradotte dal “diplomatichese” sono una vera e propria serie di ultimatum, con i quali si ordina alla Cina di 1) disarmare; 2) rinunciare alla sua sfera di influenza nel Mar cinese meridionale e orientale; 3) rompere l’alleanza strategica e militare con la Russia, invitando quest’ultima al ritiro incondizionato dall’Ucraina; 4) rinunciare all’uso della forza per dirimere la questione di Taiwan. Il tutto senza alcuna contropartita: più ultimatum di così!
Gli Usa con i suoi alleati del gruppo dei sette stanno prendendo posizione contro la Cina. Come peraltro ampiamente annunciato da varie fonti internazionali e dai think tank statunitensi. Si profila dunque all’orizzonte un conflitto asiatico, di fronte al quale la guerra in Ucraina sembrerà una bega condominiale. Le forze in campo dalla parte dell’Occidente sono Usa, Gran Bretagna, Giappone, Australia e Corea del Sud; dall’altra parte sono schierate le potenze euroasiatiche, Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. Uno scontro titanico. Ciò che fa pendere l’ago della bilancia verso la guerra è la risposta furente della Cina, che ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino per chiarimenti. Non si era mai vista una reazione più furiosa di questa dai tempi di Mao Zedong. Il “Global Times”, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese in lingua inglese ha pubblicato un feroce editoriale nel quale ha affermato che “la Cina ha respinto con forza un comunicato del G7 dai toni duri, affermando che ciò che il gruppo fa è ostacolare la pace internazionale, minare la stabilità regionale e frenare lo sviluppo di altri paesi”. Ha poi precisato l’editoriale “gli osservatori cinesi hanno notato che la sfilza di mosse mette a nudo le intenzioni degli Stati Uniti di replicare la ‘crisi ucraina’ nella regione Asia-Pacifico, approfondendo la divisione tra i paesi della regione e persino lanciare una guerra per procura in quest’area”. Insomma, la Cina non china il capo davanti all’ultimatum del G7, la guerra per il predominio in Asia sta per iniziare.