Pure l’Arabia Saudita sale sul carro diplomatico di Giorgia

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Fornitore indispensabile di petrolio ora che la Russia non c’è più; mercato sempre più importante per il nostro export (in appena due anni siamo saliti da poco più di 3miliardi di euro di merci vendute nel 2020 a oltre 4 miliardi nel 2022, e l’anno in corso promette di essere ancora meglio). L’Arabia Saudita promette di essere uno dei partner strategici fondamentali per l’Italia, eppure fino a oggi il nostro Paese sembrava aver ignorato le potenzialità della partnership con Riad.

La situazione sembra finalmente cambiata con l’impulso dato alle relazioni dal Presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato, che ha appena assunto la presidenza della Sezione Parlamentare di Amicizia con l’Arabia Saudita. Il deputato di FdI ha spiegato di voler “facilitare la cooperazione tra Roma e Riad nei settori necessari a rafforzare la voce italiana ed europea nel Mediterraneo allargato”, e si è subito messo al lavoro. Ieri ha affrontato uno dei dossier geopolitici più scottanti ricevendo la delegazione presieduta da Ambasciatore dell’Arabia Saudita in Yemen Mohammed bin Saeed Al Jaber “venuta a presentare – ha spiegato Osnato – la posizione saudita in relazione alla guerra civile yemenita e alla conseguente crisi umanitaria. Ho ascoltato con interesse le loro relazioni e riaffermato l’interesse italiano verso qualsiasi iniziativa di distensione locale e regionale”.

Il conflitto in Yemen, iniziato nel 2015, vede fronteggiarsi i ribelli Huthi, autori del colpo di stato che ha cacciato dalla capitale il presidente Hadi, e le truppe fedeli al presidente alleate proprio con l’Arabia Saudita. Per ora il paese è di fatto diviso tra i due contendenti, e nessuna mediazione internazionale è finora riuscita a imporre una pacificazione definitiva. Il ruolo dell’Italia potrebbe essere tutt’altro che decorativo: “Il conflitto in Yemen” – ha aggiunto infatti Osnato – rappresenta una vertenza in cui vogliamo offrire la nostra collaborazione diplomatica per una soluzione multilaterale efficace”.

L’Italia avrebbe molto da guadagnare nel partecipare fattivamente al processo di pace; dimostrerebbe che il governo è sincero quando parla di risolvere alla radice i problemi che costringono tante persone a fuggire da casa e affidarsi ai barconi nel Mediterraneo dopo viaggi terribili e stringerebbe un rapporto fondamentale con l’Arabia, un paese dalla crescita economica impetuosa (+8,5% del Pil nel 2022, una delle migliori performance nell’ambito del G20) sempre più interessato ai prodotti italiani, soprattutto nel settore del lusso.

L’iniziativa di Osnato arriva a pochi mesi dagli incontri della Commissione Mista Italia – Arabia Saudita, tenutasi a Riad nel giugno scorso, cui è seguito un Investment Forum destinato al mondo dell’impresa e focalizzato su tre settori collegati alla strategia saudita Vision 2030: energie rinnovabili, infrastrutture-mobilità e turismo-cultura. Tutti ambiti nei quali le nostre aziende (e pure la nostra pubblica amministrazione) possono dire la loro, rafforzando rapporti con un paese da sempre alleato degli Stati Uniti e ultimamente “bisognoso” di un rafforzamento delle relazioni con l’Occidente in funzione antirussa.

Si tratta insomma dell’ennesima iniziativa che dimostra quanto la macchina geopolitica impostata dalla Meloni, pur non esente da pecche, procede con una coerenza di vedute mai vista nella diplomazia italiana.

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