La FDA, l’ente regolatore che salvaguarda la salute pubblica negli Stati Uniti ha autorizzato Neuralink a effettuare test sul cervello umano. L’approvazione della Food and Drug Administration segna una svolta epocale nel settore delle neuro scienze ze, in quanto vi sarà la possibilità di decodificare l’attività cerebrale per poi collegarla ai computer.
Nello specifico il dispositivo impiantabile prodotto dal team di Musk è un sistema che si basa sulla cosiddetta brain-computer interface, l’interfaccia cervello-computer che permette una comunicazione diretta tra il cervello umano e un dispositivo esterno, come un computer o un arto robotico.
Nello specifico, l’impianto N1, è dotato di un chip delle dimensioni di una moneta che viene alimentato da una piccola batteria che si ricarica in modalità wireless, in grado di elaborare i segnali neurali e trasmetterli, nella medesima modalità, a un’applicazione che decodifica il flusso di dati in azioni ed intenti.
Lo scopo dell’azienda sarebbe quello di fornire un ausilio in termini di patologie neurologiche. Difatti le interfacce neurali potrebbero concretamente sostituire i neuroni e le cellule cerebrali mancanti o difettosi con dei circuiti elettronici più efficienti e funzionali delle controparti naturali danneggiate.
Le premesse sono ottime e senz’altro anche nobili,ma qual è l’altra faccia della medaglia? A spaventare sono i possibili rischi futuri, ancora sconosciuti, che potrebbero comportare i dispositivi. Il rischio è quello di creare un rapporto simbiotico tra essere umano e intelligenza artificiale.
Difatti se l’intenzione dichiarata è quella di fornire un sussidio alla medicina, tra i progetti del CEO di Tesla ci potrebbero anche essere altre intenzioni. In questo senso è stato lo stesso milionario nel 2020 ad affermare che sarebbe auspicabile un rapporto di maggiore vicinanza tra l’uomo e l’intelligenza artificiale.
La questione è senz’altro complessa, tanto da creare forti dubbi anche negli esperti. In questo senso Angelo Vescovi, celebre genetista tra i pionieri dell’utilizzo delle cellule staminali e dallo scorso dicembre presidente del Comitato Nazionale di Bioetica afferma : “È questo il momento di iniziare a pensare a una regolamentazione chiara e rigorosa. Perche’ con l’intelligenza artificiale da una parte e i chip che interagiscono con il nostro cervello leggendo le nostre emozioni dall’altra il rischio di arrivare al Grande fratello di Orwell non è lontano”.
Vescovi conclude ritenendo che “il microchip ha una tecnologia molto avanzata per interpretare l’attività elettrica del cervello, Potremmo dire che sia avvicina molto al concetto di leggere nel pensiero”. A questo punto è lecito chiedersi se l’intento di Musk sia davvero quello di favorire il progresso medico o al contrario se la sua intenzione è quella di strutturare una nuova forma di controllo nella vita delle persone.