Da qualche tempo l’ombra del mistero si è allungata sulla Bielorussia e sul suo leader Lukashenko. Alcuni fatti sono rimasti senza spiegazioni.
Per esempio in Polonia sono circolate con insistenza voci riguardanti una fantomatica “rivoluzione colorata”, che dovrebbe condurre ad una guerra civile tra i fedeli del presidente attuale, Aleksandr Lukashenko, e i suoi oppositori. Nel corso di un’intevista alla “Polsat Tv”, il celebre generale polacco in pensione Waldemar Skrzypzac ha affermato che la Polonia dovrebbe essere pronta a sostenere le “truppe che eseguiranno l’operazione contro Lukashenko”. Secondo il generale, le truppe russe non interverranno a sostegno del presidente Lukashenko, perché la Russia “ha i suoi problemi”, riferendosi evidentemente alla guerra in Ucraina. Quanto affermato dal generale polacco, però, non è molto coerente con la situazione reale, che vede schierate ingenti forze in campo bielorusso. In effetti, dopo l’accordo di qualche mese fa tra Putin e Lukashenko, la Russia ha iniziato la scorsa settimana a trasferire in Bielorussia i propri missili S 400 e soprattutto le testate atomiche tattiche. In questo momento, perciò, la Bielorussia, che anche in passato ha dimostrato di poter fronteggiare e sedare massicce e violente proteste, è armata fino ai denti e, grazie alla Russia, è diventata persino una potenza nucleare. Ma allora queste voci alimentate dai media polacchi preludono a rivolte violente contro il regime bielorusso? O forse sono fatte circolare ad arte, per diffondere un’idea di debolezza del regime, anche se non corrisponde alla verità? Difficile dirlo. Paradossalmente, da un paio di settimane il mistero si è infittito, in quanto Lukashenko è sparito dalla circolazione. I suoi oppositori hanno fatto circolare la voce, rimbalzata nei media russi e in quelli di tutto il mondo, che Lukashenko fosse gravemente ammalato, addirittura in condizioni critiche. Poi, il 28 maggio Lukashenko è riapparso con un messaggio pubblicato dal suo servizio stampa e diffuso dalla Tass, in cui ha fatto gli auguri al presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, in occasione della festa nazionale azera. Nella circostanza il presidente bielorusso ha invitato tutti i paesi, già facenti parte dell’Unione Sovietica, in particolare il Kazakistan, ad unirsi a Russia e Bielorussia, così “riceveranno armi nucleari dalla Russia” ha detto “come le sta ricevendo la Bielorussia”. Evidentemente Lukashenko sta facendo un reclutamento per conto di Mosca e le sue dichiarazioni sono minacciose e preoccupanti. Tanto che il principale Consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, ha scritto su twitter “Questo mina fondamentalmente i principi della sicurezza globale” e ha auspicato una ferma reazione internazionale mediante sanzioni sempre più stringenti nei confronti di Russia e Bielorussia. Il quadro non è ancora chiaro, ma certamente qualcosa di grosso si sta muovendo da quelle parti.