Aumentano i chiaroscuri attorno alla vicenda del naufragio sul Lago Maggiore avvenuto lo scorso 28 maggio, in cui quattro persone hanno perso la vita.
Tra le vittime si è accertata la presenza di 3 agenti segreti, 2 italiani e uno israeliano, seppure in pensione.
Dopo essere salpata dal cantiere nautico “Piccaluga” di Lisanza con a bordo 23 passeggeri, nonostante il mezzo fosse omologato solo per 15, il maltempo si sarebbe rapidamente abbattuto sullo specchio d’acqua, provocando l’affondamento della barca.
Alcune fonti hanno affermato che l’allarme meteorologico sarebbe stato lanciato verso le 17.30, tanto che molte barche avevano già fatto rientro in porto, ma non la “Good…uria”, la Love boat sulla quale viaggiavano le vittime.
Al momento risulterebbe iscritto al registro degli indagati della Procura di Busto Arsizio solo lo skipper 53enne proprietario dell’imbarcazione, che nel tragico evento ha perso la moglie, Anna Bozhkova, la quarta delle vittime. Anche lei, infatti, sarebbe rimasta intrappolata all’interno dell’imbarcazione durante le concitate fasi del naufragio.
Non è passata inosservata, nella tragedia dell’evento, la cospicua presenza di agenti segreti sul natante, che sembrerebbero aver rappresentato la maggioranza dei passeggeri.
13 di loro, secondo alcune fonti, erano uomini operativi del Mossad, il famoso servizio segreto israeliano, ritenuto tra i più efficienti al mondo.
La presenza di agenti governativi israeliani non dovrebbe tuttavia stupire… “Open”, infatti, ha comunicato che in passato lo stesso premier Benjamin Netanyahu si sarebbe recato sull’Isola dei Pescatori, proprio presso “Il Verbano”, il locale con vista sul Lago Maggiore dove gli 007 rimasti vittime del naufragio avrebbero pranzato il giorno della tragedia.
Dopo un rapido controllo medico, un jet privato israeliano utilizzato per voli sensibili ufficiali è atterrato a Malpensa per riportare in patria tutti gli agenti superstiti.
Il Direttore del Mossad David Barnea ha parlato di Erez Shimoni, questo il suo pseudonimo, definendolo: “Un uomo di valori, un vero amico, una persona devota e leale”. Queste parole sono state espresse nel corso delle esequie dell’agente deceduto e sono state rivolte, oltre che ai suoi familiari, a numerosi colleghi sopraggiunti per l’occasione, seppure con volti travisati per motivi di riservatezza.
Una nota dell’Ufficio del premier Netanyahu ha inoltre espresso il cordoglio per la perdita dell’agente, pur non citandone mai il nome, spiegando che a causa del suo servizio nel Mossad non si potessero dare ulteriori dettagli su di lui.
Le fonti si sono divise sulle ragioni alla base del misterioso incontro tra 007: sebbene la gita in barca sarebbe stata giustificata come l’occasione per il festeggiamento del compleanno di uno degli israeliani sopravvissuti, sembrerebbe che l’uscita sia avvenuta a seguito di un incontro più formale, da molti ritenuto “operativo”.
Una prima ipotesi espressa da alcuni sarebbe legata ad una possibile indagine congiunta sulla presenza di numerosi oligarchi russi nella zona del Lago Maggiore, ritenuta strategica per la sua vicinanza alla Svizzera, considerata come un prezioso snodo finanziario da Mosca, anche a seguito delle sanzioni subite.
Una seconda possibilità paventata sarebbe quella orientata al monitoraggio dei contatti tra alcune aziende italiane ed iraniane, queste ultime intenzionate a sfruttare componenti civili per la costruzione di droni dispiegati in contesti di guerra.
I due agenti italiani deceduti nell’incidente appartenevano all’AISE, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna.
Questa Agenzia ha il compito di “ricercare ed elaborare nei settori di competenza tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica”. Ulteriori manzioni che le vengono affidate sono quelle di “controproliferazione” e “informazione per la sicurezza”, il tutto finalizzato alla “protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia”. Infine, l’AISE ha il compito di “individuare e contrastare al di fuori del territorio nazionale le attività di spionaggio dirette contro l’Italia e le attività volte a danneggiare gli interessi nazionali”.
Non va quindi dimenticato che, trattandosi di una delle agenzie d’intelligence appartenenti ad un Paese democratico quale il nostro, l’AISE ha come principale obiettivo quello di tutelare gli interessi nazionali, specialmente se minacciati da operatori esterni.
Nonostante sia poco realistico pensare che ulteriori dettagli su quanto avvenuto lo scorso maggio vengano diffusi in futuro, dovremmo comunque riflettere sulla possibilità che tali informazioni rimangano segrete per l’interesse della collettività. Non dovremmo inoltre dimenticare chi, al servizio di quella stessa collettività, adempiendo al proprio dovere e indossando una divisa o un completo blu, opera mettendo a repentaglio la sua stessa vita.