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Caso Chelsea Mitchell, dove sta la parità?

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Era la ragazza più veloce del Connecticut, il regolamento statale che ha permesso alle donne transgender di competere nelle categorie femminili ha stroncato il suo sogno, oggi fa causa allo Stato.

Nel suo ultimo anno di liceo, Chelsea Mitchell aveva già deciso di sporgere denuncia anonima contro la Connecticut Association of Schools, oggi decide di mettersi in gioco personalmente, ritirando l’anonimato.

Dai primi anni in “high school” era chiaro che per l’atletica femminile, Chelsea sarebbe diventata un punto di riferimento nazionale. L’obiettivo era fare della sua velocità un’occasione d’oro, nel prestigioso sistema universitario americano infatti, lo sport può rappresentare la chiave di accesso ai migliori college nazionali. Dopo i primi anni costellati di record, la competizione è stata annientata da un’atleta transgender, 15 campionati vinti di fila e netto distacco sul resto della concorrenza.

Oggi la battaglia di Chelsea trova la sua ragione nella pretesa che il sesso biologico non può essere ignorato. La legge statale sull’accesso di atleti transgender alle competizioni femminili sembrerebbe dunque evadere il concetto di pari opportunità, elemento più che necessario nell’ambito sportivo.

Una battaglia controversa e combattuta su suolo fragile, per Chelsea Mitchell le accuse di transfobia non hanno tardato ad arrivare, lei però parla di giustizia e pari opportunità, ma quindi dove si colloca veramente la parità?

Le difficoltà che il mondo politico sembra incontrare di fronte al fenomeno transgender trasudano un dilagante sentore di confusione, tanto che anche chi sostiene politicamente la comunità LGBTQ, sembra farlo ormai in maniera del tutto automatizzata, quasi a priori. La filosofia prevalente si conferma dunque drastica e indecisa, “all in or all out“.

Fino a che punto allora si può parlare di inclusività e discriminazione, quando, invece, la sintesi delle due potrà guidare la ragionevolezza? La nostra costituzione definisce ragionevole il trattamento eguale di situazioni eguali e diverso per situazioni diverse, ponendo proprio questo principio alla base del concetto di uguaglianza.

Chelsea Mitchell racconta una storia differente, dove l’inclusività è sfociata in irragionevole discriminazione? Un assist perfetto che lo Stato del Connecticut concede alla spinta repubblicana in vista delle prossime elezioni.

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