Dal Minnesota, dove con il padre falegname correva libero nei boschi, ad Hollywood…
Ne ha fatta di strada Mr. Gilliam, ma gli inizi sono stati molto duri:
“A New York dormivo sul divano di casa di Harvey Kurtzman, direttore della rivista satirica Mad. Trasferitomi a Londra ho bussato a numerose porte prima che John Cleese con cui avevo fatto un fotoromanzo surreale, mi riuscisse a trovare un lavoretto in un programma per bambini alla BBC”
Sappiamo poi come andò a finire, Gilliam fece amicizia con Eric Idle, Micheal Palin e Terry Jones. Ecco a voi i Monty Python.
E’ un Gilliam a suo agio e divertito, quello che ci troviamo di fronte per la lezione di cinema, inserita nella programmazione del Lucca Film Festival al Teatro del Giglio.
Insieme a lui il critico cinematografico Francesco Alò e il suo fido direttore della fotografia Nicola Pecorini che parla del maestro:
“Terry è matto come un cavallo ma non ha un ego smisurato a differenza di altri registi con cui ho lavorato. Lui lo lascia a casa la mattina, è la persona più aperta alla collaborazione che abbia mai incontrato. In Paura e Delirio a Las Vegas ci sono cose nate da chiacchiere con il tizio che portava le bibite sul set. Il film è di tutti e del gruppo, e tutto funziona meglio.”
Interrogato da Alò sul suo rapporto con il teatro, dichiara:
“Non amo il teatro, amo il cinema. Inserisco spesso elementi teatrali nei miei film per impedire che la gente li ritenga troppo “veri”: il cinema non è verità, è finzione. Spesso grande finzione, spesso.”
Parla della sua formazione:
“Non sono mai stato in una scuola di cinema, ho semplicemente guardato molti film. Per fare film c’è bisogno di molti soldi, nel mondo di oggi servono meno soldi per fare “piccoli” film e magari più liberi, ma c’è differenza tra iphone e cinema…”
E della carriera:
“Ci sono registi che all’inizio decidono di fare film che non sono “personali” per accumulare i soldi che servono per esserlo: però a volte succede che non riesci più ad uscire da quel sistema e la tua carriera è condizionata dai successi iniziali.
Io cerco sempre di avere il final cut..ho i miei metodi per convincere i produttori, anche se nel contratto non sempre c’è scritto…
Sulla troupe:
“In un film il gruppo è fondamentale, se il regista si mette in mezzo e non funziona va licenziato perché il film è Dio!
Il film si scrive da solo..la stessa Creep dei Radiohead che è perfetta per Zero Theorem era stata messa casualmente da uno della troup il giorno delle riprese iniziali..mi é piaciuta ma solo dopo ho visto che il testo si sposava perfettamente con le immagini e la storia…”
Dal pubblico, ammaliato dall’istrionico regista, partono alcune domande fra cui quella su dove trova ispirazione per i suoi film.
“Tutto mi dà ispirazione: il sole, le nuvole, i libri..tutte le cose meno quelle mediocri e noiose”
Mi piace concludere l’articolo con il ricordo che Gilliam tributa al compianto Robin Williams, recentemente scomparso:
“Robin era una persona estremamente sensibile, ottimo osservatore della realtà quotidiana che riportava giocosamente trasformata nei suoi sketch. Se volete sapere come era veramente guardate La leggenda del Re Pescatore.”
Vittorio Zenardi