Perché l’economia italiana si è fermata (E come può ripartire)

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A distanza di poche ore sull’economia italiana si sono riversate statistiche tutt’altro che incoraggianti. Il nostro Paese veste la maglia nera in Europa con la crescita più bassa del Vecchio continente, superata perfino dalla malmessa Grecia.

E’ questa l’istantanea scattata nel World Economic Outlook (Weo), il rapporto del Fondo monetario internazionale pubblicato in occasione degli incontri primaverili congiunti con la Banca mondiale. Un’istantanea che condanna l’Italia in ultima posizione non solo in Eurozona ma anche nell’Unione, con il Pil a +0,8% per il 2017 e il 2018 rispetto allo 0,9% del 2016. 

Ma quali sono le motivazioni di questa capacità di intercettare la ripresa globale. Sono tre le cause analizzate con cura da Andrea Montanino sulla Stampa. Primo, l’alto debito pubblico. Malgrado il consistente calo dei tassi di interesse dovuto alla politica monetaria accomodante della Banca centrale europea, il debito italiano in rapporto al prodotto interno lordo ha continuato a crescere. Secondo, lo stato del sistema bancario. Alti costi, bassa redditività e crediti incagliati trasmettono segnali ai mercati di un sistema ancora fragile e dove i problemi strutturali non sono stati risolti. Terzo, l’instabilità politica. A prescindere dal fatto che vi saranno o meno elezioni anticipate, l’Italia andrà al voto entro i prossimi 12 mesi in un contesto di forte incertezza sulla capacità dei partiti tradizionali e europeisti di riuscire a fornire un messaggio convincente all’elettorato. In più, la frammentazione che potrebbe derivare dal voto non garantirebbe la governabilità, proprio quando invece ci sarebbe bisogno di una leadership forte capace di dialogare con francesi e tedeschi sul futuro dell’Europa.

Il risultato combinato di questi tre fattori ha portato a un deterioramento del ciclo economico italiano. Le criticità sono state illustrate dall’analisi dell’Istat, in vista del Def (Documento di economia e finanza), il testo con cui il governo illustra le aspettative sull’andamento economico dei prossimi anni. Nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato il direttore del Dipartimento per la produzione statistica alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, Roberto Monducci sono state elencate cifre preoccupanti. L’11,9% degli italiani nel 2016, 7,2 milioni di persone, vive in famiglie che sperimentano condizioni “di grave deprivazione materiale”, l’Italia è tra i Paesi europei con il tasso di occupazione degli under 35 più basso in Europa, gli investimenti sono in calo per il settimo anno consecutivo. Se non si inverte questo trend negativo saremo destinati alla grande gelata economica. 

 

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