Abolire il canone Rai, cancellare a tutti le tasse universitarie, mandare in soffitta la legge Fornero, introdurre il reddito di cittadinanza, varo della flat tax e parecchio altro ancora. Con queste proposte i principali partiti si presentano alle elezioni del 4 marzo 2018. Se si sommassero i costi di tutte queste riforme, nelle casse dello stato si aprirebbe una voragine di circa 200 miliardi di euro, più o meno il 12% del Pil.
Reddito anti-povertà
Il centrodestra e il Movimento 5 stelle propongono di allargare la platea di chi ha diritto al sussidio rispetto a quanto fatto dal governo Gentiloni. Secondo gli economisti de La Voce.info un reddito di cittadinanza come quello proposto da Silvio Berlusconi costerebbe circa 29 miliardi l’anno, 711 euro per ogni contribuente. Finirebbero all’8% delle famiglie, per un trasferimento medio mensile di 1.200 euro. Stessa cifra servirebbe per la versione dei grillini che coinvolgerebbe un numero più elevato di famiglie.
Legge Fornero
Matteo Salvini ne ha fatto uno dei suoi grandi cavalli di battaglia. Secondo le stime del Sole 24 Ore, la riforma vale ancora 20 miliardi di risparmi l’anno. Nei primi anni di piena applicazione, tra il 2013 e il 2016, la Riforma Fornero avrebbe garantito una minore spesa pensionistica per circa un punto di Pil l’anno (15-16 miliardi). Il costo dell’abolizione della norma introdotta dal governo Monti sarebbe astronomica: 80 miliardi di euro.
Flat tax
Lega e Forza Italia sono convinti sostenitori di un’imposta con aliquota unica, in cui la percentuale che viene pagata in tasse è fissa e non cresce con l’aumentare dell’imponibile. I dettagli non sono molti ma se si prende in considerazione la proposta leghista di aliquota unica al 15%, bisognerebbe trovare 40 miliardi di euro. Una cifra enorme.
Bollo auto
Tre i miliardi che servirebbero per far smettere di far pagare il bollo agli automobilisti, vecchio pallino di Silvio Berlusconi.
Canone Rai
Il governo Renzi aveva introdotto il pagamento attraverso la bolletta elettrica, ora l’ex premier vuole abolire del tutto la tassa. Servirebbero poco meno di due miliardi ma poi andrebbero reperiti i fondi per una compensazione così da permettere alla Rai di godere ancora del finanziamento pubblico.
Tasse universitarie a zero
E’ la proposta con cui il candidato premier Pietro Grasso ha aperto la campagna elettorale. Il costo dell’operazione è stimato in 1,9 miliardi e interesserebbe circa un milione e mezzo di studenti. E’ vero che in Italia le tasse universitarie sono piuttosto elevate ma da anni esistono diverse agevolazioni per gli studenti meno ricchi. L’eliminazione di questa tassa non sarebbe “progressiva”, favorirebbe chi oggi le tasse le paga per intero o quasi: cioè gli studenti che provengono dalle famiglie con redditi più alti.