Come dimenticare la copertina di The Economist che nel 2001 titolava: “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy”, ovvero Perché Berlusconi è inadatto a guidare l’Italia? Bene i tempi sono cambiati e l’ex Cavaliere viene considerato da Bill Emmott, allora a capo del settimanale, come l’uomo che potrebbe salvare il Paese. E’ la rivincita di Berlusconi o è un’amore di convenienza?
“Il ruolo di Berlusconi nel prossimo governo potrebbe effettivamente rappresentare la stabilità di fronte all’insurrezione populista”, scrive Emmott per Project-syndicate. E spiega che”per quanto scioccante, il kingmaker di queste elezioni potrebbe essere nientemeno che Silvio Berlusconi”. A uno sguardo meno superficiale, Emmot non ha totalmente cambiato idea sull’ex premier. E’ che Berlusconi viene considerato molto meno “unfit” di Luigi Di Maio e del Movimento 5 stelle. Se prenderà più voti di tutti, “sceglierà direttamente il premier o, più probabilmente, sarà l’uomo chiave nei negoziati per un governo di coalizione tra centrodestra e centrosinistra”.
Sembra essere scoppiata la sintonia tra Berlusconi e la stampa internazionale. Non solo la nuova considerazione di Emmot ma anche le scuse di Le Monde. Il giornale francese ha pubblicato una rettifica su quanto aveva scritto a proposito di presunti rapporti tra Berlusconi, la Fininvest e la criminalità organizzata. Il quotidiano parigino ha ritenuto opportuno, sia sul sito che sulla versione cartacea, riportare le sentenze definitive dei tribunali italiani che hanno indagato su dichiarazioni di pentiti e flussi finanziari di Fininvest, assolvendo o stabilendo il non luogo a procedere contro l’ex Cavaliere.
Del ruolo positivo che potrebbe giocare il leader di Forza Italia in uno scenario post-elettorale che sembra destinato all’instabilità si è accorta anche Elsa Fornero che ha detto ad Agorà su Rai 3: “Ha un’esperienza di governo che non è quella di Salvini. Siccome non penso ci siano delle grandi prospettive per il Paese, penso ci sia bisogno della saggezza di molti. E tra questi ci metterei anche Berlusconi, che mi sembra comunque, invecchiando, essere diventato più saggio di quanto forse non sia stato come uomo di governo”. L’ex ministra del governo tecnico di Mario Monti era stata spesso criticata da Berlusconi e ieri c’è stato il balletto di dichiarazioni sull’inserimento della riforma pensionistica che porta il nome della Fornero dal programma elettorale del centrodestra.
Ma forse l’endorsment più impensabile è stato quello di Eugenio Scalfari che oggi, improvvisamente, pensa che il populismo di quello che definì “un bananiere a ventiquattro carati, cioè un uomo d’affari che fa i suoi affari con la politica” oggi ha “almeno una sua sostanza”. E a Berlusconi avrà fatto sicuramente piacere il giudizio di Romano Prodi, che nel 2006 sconfisse l’ex Cavaliere sul filo di lana. In uno stralcio del libro Il Cigno nero e il Cavaliere bianco, dell’ex direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, pubblicato sul Giornale, il Professore prende le difese del Cavaliere sulla questione della Libia: “La mia sensazione è che questa volta i mercati vogliano far pagare a Berlusconi anche la posizione italiana a favore di Putin, di Gheddafi e della stabilità iraniana. Si tratta di una scelta di campo giusta per tutelare l’interesse nazionale e io la condivido, ma ha scatenato le mire francesi sulla Libia, l’interesse tedesco per la partnership con i russi che ci danneggia, l’insofferenza americana per un’ alleanza storica che reputano tradita. Purtroppo è un dato di fatto che, alla fine, l’ errore della guerra della Libia lo paghiamo noi… “