La modella croata Nina Moric, con passaporto italiano dal 2005, è stata al centro di un botta e risposta acceso tra Marco Rizzo (segretario del Partito Comunista) e Simone Di Stefano (segretario di CasaPound). L’ex parlamentare ha twittato così: “Non candideremo #donne immagine, ma donne vere. Lavoratrici, giovani precarie, disoccupate, donne con figli a carico. Siamo stufi di sentir parlare di #NinaMoric, del suo partito neofascista, e dei media che gli danno spazio ogni giorno”. E il segretario di Cpi ha subito replicato: “Nina è una persona vera, ama l’Italia e il suo popolo sinceramente. Comunque NON sarà candidata. Le candidate di CasaPound sono madri, lavoratrici, precarie, disabili, studentesse, donne che vivono tutti i problemi di una nazione precarizzata dal globalismo. Parla d’altro”.
A Lo Speciale Marco Rizzo torna sull’attacco alla Moric e chiarisce la sua posizione.
Di Stefano di CasaPound, sulle nostre pagine, l’ha appena accusata di maschilismo rispetto al tweet che ha visto al centro delle sue critiche Nina Moric come donna immagine. Come risponde?
“Discutiamo su due piani diversi. Il nostro piano di classe, di diritti sociali, e quindi non siamo a discutere di altro. Qui il problema non c’è, tra una soubrette e una giovane lavoratrice non abbiamo esitazione a sapere da che parte stare. Da noi sono protagoniste le lavoratrici. Pensiamo davvero che la signora Agnelli abbia gli stessi problemi della lavoratrice precaria o della donna disoccupata? Ecco il piano politico che a noi interessano”.
Per CasaPound però il punto è che l’avete attaccata sul personale.
“I nostri militanti hanno partecipato a una trasmissione dove c’era lei, non è che abbiamo fatto noi gli inviti. Se CasaPound pensa di essere rappresentata da Nina Moric è un problema loro”.
Ma al di là delle polemiche, da comunista riconosce in CasaPound un’anima sociale?
“Io su questo argomento sono un discreto esperto. Il nazismo e i fascismi sono sempre nati con una parvenza sociale, di attenzione sociale, ma poi si sono sempre inchinati agli interessi del grande capitale. Mussolini nasce socialista ma quando va al potere la prima cosa che fa è l’accordo con i latifondisti e i Patti Lateranensi col Vaticano. Hitler va al potere ma rispetto a Ernst Röhm delle camicie brune sceglie i generali prussiani della Wehrmacht e i “parrucchieri degli industriali””.