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Fact-checking alla Fornero. Costi per abolirla e promesse dei partiti

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Sono passati sei anni da quando il governo tecnico di Mario Monti, in piena tempesta dello spread sull’Italia, introdusse la Riforma Fornero (dal nome dell’allora ministro del Lavoro, Elsa Fornero). Da allora è stata una delle materie più scottanti della politica  e dell’economia italiana. In questa scheda tutto quello che c’è da sapere sulla Legge Fornero, i costi per abolirla e le proposte dei partiti che ne hanno fatto una dei temi dominanti della campagna elettorale per le elezioni politiche. 

I partiti e la campagna elettorale – La Lega è tornata a chiederne la cancellazione. Al Movimento 5 stelle non piace ma Luigi Di Maio ha voluto marcare la distanza da Matteo Salvini dicendo che a votarla sono stati (anche) i partiti di centrodestra che ora vogliono abolirla. Silvio Berlusconi, invece, ha detto che “Alcuni aspetti della legge vanno mantenuti come ad esempio quell’innalzamento dell’età pensionabile”. Diversa l’opinione del Partito Democratico. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan ha detto che la Legge Fornero “è uno dei pilastri della sostenibilità del sistema finanziario italiano”. 

Cosa prevede la legge (in breve) – La norma ha introdotto  il sistema contributivo sui versamenti Inps dal 2012 per tutti i lavoratori che fino ad allora avevano potuto usufruire del retributivo (più vantaggioso). La riforma del 2011 aumentò anche di un anno il requisito contributivo per uscire dal lavoro con la pensione di anzianità  e ha cancellato il precedente sistema delle quote. Prima della Legge Fornero per andare in pensione di anzianità bisognava raggiungere una quota data della somma tra età anagrafica e almeno 35 anni di contributi.

Uno dei problemi maggiori creati dalla riforma sono gli esodati, quei lavoratori che avevano deciso di lasciare il lavoro in anticipo, beneficiando di un indennità e firmando il licenziamento volontario. Negli anni che ancora li separavano dalla pensione avrebbero potuto usufruire di un’indennità. Ma con l’entrata in vigore della Fornero si sono  trovati senza pensione e senza stipendio fino al raggiungimento della nuova quota fissata dalla norma. Per sanare questa situazione, gli ultimi tre governi sono intervenuto con delle clausole di salvaguardia che consentono di andare in pensione con i requisiti in vigore prima della Legge.

La norma del governo Monti ha anche  portato l’età del ritiro dal lavoro  a 66 anni e 7 mesi per le donne (era già così, dal 2012, nel pubblico impiego). 

Quanto costerebbe l’abolizione – Secondo le stime del Sole 24 Ore, la riforma vale ancora 20 miliardi di risparmi l’anno. Nei primi anni di piena applicazione, tra il 2013 e il 2016, la Riforma Fornero avrebbe garantito una minore spesa pensionistica per circa un punto di Pil l’anno (15-16 miliardi). Il costo dell’abolizione della norma introdotta dal governo Monti sarebbe astronomica: 80 miliardi di euro. Come mette in evidenza un report dell’agenzia Agi, senza trovare altre forme di coperture, vorrebbe dire cancellare completamente l’ultima legge di Bilancio che prevede investimenti per 20,4 miliardi. Per poi reperire quasi lo stesso importo per altri tre anni. 

 

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