Sull’ingerenza di Moscovici nella politica italiana a Lo Speciale risponde l’economista leghista Claudio Borghi: è la prova che “il tema dell’uscita dall’euro non è affatto scomparso dal programma della Lega. Se ne facciano una ragione in Europa”. Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici ha dichiarato: “Serve un’Italia stabile, ancorata al progetto europeo e che non si avventuri in politiche economiche che mirano a sfondare il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil”. Più esplicito ancora il commissario per il lavoro Jyrki Katainen che ha aggiunto: “E’ una situazione molto delicata. Spero che l’Italia sia guidata da un governo stabile pro-europeo, e che questo tipo di idee siano sostenute dalla maggioranza degli italiani”.
Borghi in Europa sono preoccupati, da Moscovici e Katainen sono giunti appelli agli italiani a votare i partiti europeisti. Che significa? Non votate la Lega di Salvini?
“Sono molto felice di questi interventi, ero preoccupato che dall’Europa non fossero ancora entrati a gamba tesa nella campagna elettorale. Evidentemente stavamo sbagliando tutto se a Bruxelles erano così tranquilli dal non interferire. Invece eccoli qui, alla fine sono arrivati”.
Scherzi a parte, appare evidente che anche voi della Lega siete nell’elenco dei partiti non graditi, o no?
“Trovo vergognoso che in Italia ci siano forze politiche, mi riferisco al Pd, che plaudono a questi richiami. Vorrei ricordare che il signor Moscovici in casa propria è espressione di un partito praticamente azzerato dagli elettori e viene da quella stessa Francia che da dieci anni sfora sistematicamente il rapporto deficit-pil. Quando vedo questi signori mi sembra di avere davanti l’immagine del conte medievale con la coscia di pollo in mano, che a tutti gli affamati che gli stanno intorno dice di non mangiare il pollo perché fa male. Ci stiamo comportando da sudditi. Ecco perché non è affatto indifferente all’interno del centrodestra votare per la Lega o per Forza Italia”.
Perché?
“Perché se uno dei problemi principali dopo il voto sarà quello di andare a comunicare a Bruxelles che la musica è cambiata, non è indifferente se ad andarci sono io o è Tajani. C’è una certa compiacenza nei confronti del centrodestra ora che secondo i sondaggi è in vantaggio, ma non si può pensare che il rapporto con l’Europa possa essere lo stesso se a prevalere è Forza Italia o è la Lega”,
La battaglia anti-euro sembra scomparsa dalla campagna elettorale, nessuno dei grandi partiti parla più di uscita dalla moneta unica o dall’Europa. Anche alla luce di questo, non sono fuori luogo certi interventi europei?
“Non è così. Un conto è il programma comune del centrodestra che sarà il frutto della sintesi fra le posizioni in campo, un conto è il programma dei singoli partiti. Nel programma della Lega l’uscita dall’euro ci sarà, indipendentemente da ciò che pensa e dice Berlusconi. Ad ogni modo se uno va a leggere il programma comune del centrodestra potrà accorgersi che c’è un alto tasso di sovranismo e di autonomia e non potrebbe essere diversamente dal momento che su quattro forze due sono sovraniste e con un peso sostanziale”.
E in cosa si manifesterebbe questo tasso di sovranismo?
“Nel fatto per esempio che è scritto a chiare lettere che il diritto italiano deve prevalere su quello europeo e che la Costituzione italiana deve venire prima dei trattati europei. Credo di questo si siano accorti anche in Europa. Poi c’è il discorso dei conti pubblici con il rigetto delle politiche rigoriste dettate da Bruxelles che rischiano di penalizzare la crescita. E’ chiaro che chi queste politiche le ha ideate con il chiaro intento di mettere in difficoltà l’Italia, non possa non guardare con grande preoccupazione al voto italiano. Questo è soltanto un assaggio. Fino ad oggi ci hanno lasciati in pace perché preoccupati della situazione tedesca. Ora che in Germania sta nascendo l’ennesimo governo europeista di larga intesa, inevitabilmente è iniziato il cannoneggiamento contro di noi. E sono certo non finirà qui”.